giovedì 19 dicembre 2013

Brasile: Due spari paralizzano il Giorno della Coscienza Negra

Era tutto pronto: percussioni, amplificatori, ragazzi schierati per celebrare il giorno della Coscienza Negra... Quando a un tratto, ecco due spari!
L'intento di noi operatori di Casa Encantada era di riunire una quarantina di giovani percussionisti della periferia di Salvador, perché si esibissero nella piazza principale del quartiere, mostrando alla gente il progetto sociale a cui partecipano, suonando, cantando, ballando la cultura afro-brasiliana.
Abbiamo investito una discreta somma per il noleggio di un grande amplificatore, per il pasto dei ragazzi e il costo del trasporto. E anche alcune mamme erano presenti per valorizzare l’evento con alcuni simpatizzanti.
Ma a un tratto, alcuni minuti prima dell’esibizione, sentiamo gli spari.
Rimaniamo immobili guardando le persone che scappano, e dopo alcuni secondi di terrore vediamo per terra un uomo.
La folla comincia ad avvicinarsi per vedere cos’è successo: un corpo senza vita, un giovane uomo, colpito alla nuca con due colpi di pistola in pieno giorno, sotto gli occhi di una folla di passanti.
Sembra proprio un’esecuzione, una regolazione di conti, l’assassino si allontana senza correre e si mimetizza tra la gente fino a sparire nei labirinti della favela.
Mandiamo a casa i ragazzi e ricarichiamo gli strumenti, siamo afflitti, impauriti, e scioccati.
I ragazzi vogliono suonare solo un po', ci dicono che fa parte del sistema, sono abituati, ma noi ci rifiutiamo, non se ne parla, non si suona, non ci si esibisce in un momento di morte tanto violenta.
Bisogna resistere perchè questi giovani non lascino le percussioni per entrare nel traffico della droga, abituandosi alla violenta realtà per sopravvivere. E noi vogliamo prendere le distanze da tutto ciò.
Qualche ragazzetto, dopo aver visto il malcapitato senza vita, se ne torna a casa quasi sorridendo, pensando che avrà qualcosa di importante da raccontare ai suoi amici o pensando che questo momento prima o poi con quel tipo doveva arrivare.
I parenti della vittima nel riconoscerlo si inginocchiano e piangono gridando disperati.
Il cadavere viene portato via dopo un’ora, e rimane una pozza di sangue.
Rientro a Casa Encantada sconcertato, mi ci vogliono alcuni giorni per decantare il fatto. Penso alla mia famiglia, al nostro futuro, al progetto che portiamo avanti.
Brasile: caldo e mare, calcio e samba, sembra un paradiso. Ma se si vuole convivere con la periferia e aiutare i giovani, e non solo fare turismo, bisogna rischiare, bisogna crederci.
Ongni anno in Brasile muoiono 47.000 giovani tra i 18 e i 29, uccisi da armi da fuoco.
I giornali, la radio, la televisione e soprattutto i racconti quotidiani testimoniano questi tragici dati.
Scappare e nascondersi non serve, abituarsi è pericoloso, si cerca di imparare a conviverci.
Il nonno di Roberto Saviano gli raccontava una leggenda ebraica che diceva: per ogni generazione ci sono 36 Giusti, loro non sanno di esserlo e nessuno sa chi sono. Ma quando il male sembra prevalere, loro si oppongono.

Loris Campana
equipe Casa Encantada
ProgettoMondo Mlal Brasile

martedì 17 dicembre 2013

Prendete nota, le agende sono arrivate!!!

Si dice che i belli si fanno attendere. Che le nostre agende si siano montate la testa?
Forse sì, ma siamo orgogliosi di dire che se lo possono permettere!
Fresche di stampa, sono già sulla nostra scrivania a ricordarci che il 2014 è alle porte e che possiamo farci accompagnare dolcemente assaporando una ad una le tante ricette che voi con il vostro entusiasmo e la vostra creatività anche quest’anno non ci avete fatto mancare!
Insieme a voi abbiamo realizzato un’agenda giornaliera, formato moleskine, interamente dedicata ai cereali con notizie utili e curiose, 48 ricette firmate da altrettante foodblogger corredate da immagini e da una grafica accattivante.
Ulteriore idea regalo per le feste e l’anno che verrà il cui ricavato (offerta da 15 euro) andrà interamente a sostenere i nostri progetti di sicurezza alimentare in America Latina e Africa e le nostre iniziative di sensibilizzazione ed educazione nelle nostre città.
Aiutateci a promuoverla tra i vostri amici e conoscenti sui vostri portali o pagine facebook affinché questo piccolo ma concreto sforzo collettivo dia tutti i suoi frutti alla nostra Campagna “Io non mangio da solo”.

Per ordinarla scrivete a: sostegno@mlal.org



sabato 14 dicembre 2013

Io a Natale non mangio da Solo. Idee regali solidali per la sicurezza alimentare nel mondo

Un sacchetto di riso speciale per donare sicurezza alimentare alle comunità che soffrono di malnutrizione, un’agenda 2014 sulla produzione e sull’uso dei cereali nel mondo per scegliere un’alimentazione equilibrata, diversificata e giusta, un calendario fotografico con le ricette delle migliori foodblogger italiane per ritrovare il gusto della semplicità, cartoncini di auguri natalizi illustrati da una disegnatrice e ispirati al diritto al cibo per augurare a tutti un nuovo anno più sereno.

Queste sono le piccole idee regalo con cui (in cambio di offerte da 3, 5, 10, 15 euro) l’associazione ProgettoMondo Mlal rinnova anche per quest’anno la propria campagna solidale “Io non mangio da solo”. Non spendiamo cifre faraoniche quando con poco si può dare la stessa felicità e a più persone!
Grazie a una piccola offerta, potrai condividere insieme a chi ti è più caro un semplice gesto di solidarietà che andrà ben oltre al nostro piccolo mondo personale. L’intero ricavato della campagna andrà infatti a sostenere progetti di sviluppo per le mamme in Burkina Faso, per i piccoli scolari del Guatemala, per le comunità haitiane piegate dal terremoto del 2010, le associazioni che sostengono i bambini lavoratori in Perù, Bolivia e Colombia, i giovani detenuti del Mozambico.

L’obiettivo dell’associazione di volontariato internazionale che da 48 anni lavora allo sviluppo dei Paesi del Sud del mondo e all’educazione dei più giovani in Italia per l’adozione di stili di vita sostenibili e giusti, è duplice: da una parte, sensibilizzare tutti noi sul tema del diritto a potere mangiare tutti e approfondire le cause economiche e sociali che stanno dietro a produzione, commercializzazione, distribuzione del cibo nel mondo, dall’altra offrire qualcosa di concreto e duraturo nel tempo, la solidarietà e una piccola nuova sicurezza su cui costruire l’anno che verrà.
Per acquistare un’idea regalo o avere informazioni sulla della campagna “Io non mangio da solo”: ProgettoMondo Mlal 045.8102105 – sostegno@mlal.org

mercoledì 11 dicembre 2013

Bolivia: I giovani di Qalauma in piazza per i diritti umani

Dal 2 al 10 dicembre in Bolivia si sono svolte le attività di commemorazione per il 65° Anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani. Le celebrazioni, organizzate congiuntamente dalla Defensoria del Pueblo, la Comunidad de los Derechos Humanos e il Centro Qalauma, sono iniziate lunedì al Prado a La Paz, dove sono stati piantati gli “alberi dei diritti umani”, poi l’evento si è protratto con varie cerimonie e attività fino al 10 dicembre.
Una sorta di inaugurazione di questa importante settimana è andata in scena già venerdì 29 novembre, nella città de El Alto, in piazza Azurduy, dove è stata presentata a un folto pubblico quella la frase guida di questa commemorazione: “Si hay Derechos Humanos no hay violencia”, “Se ci sono i Diritti Umani non c’è violenza”. Un leitmotiv che il Defensor del Pueblo Rolando Villana, massima autorità istituzionale in Bolivia riguardo la difesa dei diritti umani, ha voluto sottolineare più volte nel corso del suo intervento volto a spiegare come l’impegno principale deve essere contro tutti i tipi di violenza, e come l’arma più adatta per questa lotta sia appunto l’applicazione quotidiana dei diritti umani. Per questo motivo gli stand che hanno riempito la piazza erano in parte dedicati ai vari tipi di violenza che vengono protratti, dalla violenza fisica, in particolare quella commessa su donne e bambini, a quella psicologica, alle forme più sottili di violenza economica.
Molti altri, organizzati dalla municipalità de El Alto, consistevano in divertenti giochi organizzati per spiegare al pubblico di tutte le età il senso profondo dei diritti umani. Così bambini e anziani, donne e uomini, hanno potuto apprendere e comprendere questo strumento fondamentale della convivenza umana giocando al Bingo dei Diritti Umani e a varie altre attività ludiche. Nel frattempo sul palco principale si succedevano gli interventi del Defensor del Pueblo con gli altri ospiti, gruppi musicali e teatrali che hanno approfondito dalla loro prospettiva l’importanza dei diritti umani e della loro commemorazione.
Anche il Centro de rehabilitacion por adolescentes y jovanes privados de libertad Qalauma ha partecipato all’evento. Lo stand preparato dagli educatori del primo centro di rieducazione per minori in area penale, nato in Bolivia con ProgettoMondo Mlal, presentava vari prodotti preparati dai ragazzi: prodotti agricoli e alimentari, magliette e sciarpe, oggettistica artigianale frutto del lavoro svolto nei corsi che gli educatori del centro offrono ai giovani durante la loro permanenza a Qalauma, per offrire un riscatto e una riabilitazione sociale che passi dall’apprendimento di capacità e abilità possibilmente utili per il futuro.
Le attività artistiche e culturali proposte a Qalauma dall’associazione Liber’Arte sono state documentate dalla presenza di opere come quadri e cartelloni creati durante corsi di disegno e fotografia, inoltre sono state regalate delle piccole piantine corredate da una bandierina colorata con varie frasi su diversi diritti che dovrebbero essere universali: dal diritto alla vita a quello alla libertà e all’espressione.
All’evento hanno partecipato anche Fernando e Angel, due ragazzi del Centro che sono stati invitati dalla Defensoria del Pueblo a contribuire alla cerimonia con i pezzi hip-hop che hanno composto durante la loro permanenza a Qalauma. Nonostante la comprensibile emozione, i ragazzi hanno offerto un’ottima prova animando la mattinata con il loro entusiasmo e i loro versi che, tra i vari riferimenti affettuosi e appassionati alle loro ragazze, lasciano trapelare chiaramente un messaggio di fondamentale importanza su un diritto che dovrebbe essere considerato fondamentale: quello di avere la possibilità di riscattarsi e reinserirsi positivamente nella società nonostante gli errori commessi.
L’evento è stato nel complesso un successo, un buon auspicio per le prossime celebrazioni per l’Anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani a La Paz. Il pubblico ha potuto apprezzare l’impegno della Defensoria del Pueblo e degli altri organizzatori della giornata nel far passare un messaggio forte riguardo l’importanza dei Diritti Umani come strumento per una vita pacifica e degna, priva di qualsiasi genere di violenza: “Se ci sono i Diritti Umani, non c’è violenza”.

Mirko Olivati,
Volontario Sve
ProgettoMondo Mlal Bolivia

Un click per ProgettoMondo Mlal!


A Natale ritorna l’iniziativa di Unicredit che permette di dare un aiuto concreto a ProgettoMondo Mlal con un semplice voto on line!
Unicredit infatti ha  deciso di rinnovare l’iniziativa a sostegno del Non Profit, mettendo a disposizione un importo complessivo di  200.000 euro, a titolo di donazione, da distribuire tra le Organizzazioni aderenti al servizio www.ilMioDono.it
L’iniziativa ha preso il via il 5 dicembre  e terminerà il 13 gennaio 2014!

Ecco il link diretto con i nostri dettagli: https://www.ilmiodono.it/it/organizzazioni/?id_organizzazione=378

Contiamo su di voi... fate girare! Basta un click!!!

Nuove giornate di produzione collettiva al Cescal di Haiti

Al Cescal, il Centro di Servizi Comunitari Agricoli di Léogane, è iniziato un nuovo ciclo di formazioni, fatto su misura per coinvolgere un maggior numero di donne alle attività e per diffondere ricette di prodotti locali, contribuendo così a rafforzare la sicurezza alimentare della comunità.
Il centro si è colorato di azzurro, affollato dai nuovi svolazzanti mouchoir, i tipici foulard copricapo haitiani per raccogliere i capelli durante i lavori domestici o di cucina. Una ventina di donne e un giovane di Grande Rivière, la terza sezione comunale di Léogane, hanno accolto l’iniziativa con entusiasmo, per imparare, per soddisfare le proprie curiosità o per la necessità di scoprire come trasformare e quindi conservare i prodotti locali per le loro famiglie.
La formazione ha esordito con la preparazione di farine di banana e manioca; ma innanzitutto sono state impartite nozioni di igiene: igiene personale, pulizia dell’ambiente e norme da seguire durante la trasformazione. Approfittando del caldo sole leoganese i prodotti da macinare con i mulini del CESCAL, sono stati esposti al sole, coperti da veli trasparenti per proteggerli da mosche e altre insetti.
Il giorno seguente, le donne hanno ricevuto una formazione su due prodotti molto apprezzati dalla popolazione locale: il chanmchanm e la karapinya, a base di arachidi. Per la preparazione dei prodotti le donne sono state divise in gruppi. Indossati grembiuli bianchi, guanti e mascherina per il viso, un gruppo ha iniziato a pulire il mais, un gruppo si è riunito intorno ai fornelli per tostare separatamente chicchi di mais e arachidi e un altro si è concentrato intorno al mulino per poi macinare mais e arachidi tostate aggiungendo zucchero – in Haiti si abbonda sempre con lo zucchero!- per ottenere il tanto desiderato chanmchanm. Ecco pronta una merenda molto apprezzata da bambini e adulti per l’alto valore energetico. Si confeziona in piccoli sacchetti che il Cescal distribuisce nelle scuole di Grande Rivière dove è rivenduto come merenda scolastica.
Una volta messo in moto il meccanismo per la preparazione dello chanmchanm, Madame Matenie, attestata formatrice sulla trasformazione dei prodotti, si è riunita con un altro gruppo di donne per la preparazione della karapinya. Una donna del gruppo precedente ha accennato il gesto di passare la mascherina alla compagna, che stava per preparare la karapinya. Immediatamente Madame Matenie l’ha richiamata: “ricordatevi che l’igiene è alla base: le mascherine sono individuali e non riutilizzabili. E ora tutte a lavarsi le mani”.
Stavolta le arachidi sono state tostate in un pentolone dove ribolliva un impasto a base di acqua, zucchero, sale, cannella e zenzero. Le donne hanno mescolato con gran forza il contenuto del pentolone e poi l’hanno svuotano su un grande tavolo: un’altra leccornia è stata servita! Le donne hanno separato velocemente le arachidi impastate con lo zucchero e le hanno lasciate raffreddare. Qualcuna, con molta discrezione, ha portato alla bocca qualche gustosa nocciolina: è l’altrimenti detto “controllo qualità” sembrava dire con lo sguardo! Insieme le donne hanno preparato sacchetti o barattolini per la vendita.
Per approfittare del grande quantitativo del frutto della passione ancora presente sul mercato, Madame Matenie nei giorni successivi ha insegnato ai suoi nuovi allievi anche la preparazione di confetture di questo frutto, pomodoro e la cremasse, un liquore viscoso, sempre a base di frutto della passione, che non può mancare sulle tavole delle famiglie haitiane per Natale.
Tutti gli allievi di Madame Matenie che hanno partecipato alle giornate formazione hanno poi portato a casa, alla loro famiglie, un piccolo assaggio di ogni prodotto.

Valentina Policarpi
Coordinatrice progetto Haiti Verde a Léogane

martedì 10 dicembre 2013

FOCSIV e ProgettoMondo Mlal al fianco di Caritas Internationalis per il diritto al cibo di tutti e per tutti

“È giunta l’ora di procedere con decisione e creatività a modificare i nostri modelli di consumo e di produzione, favorendo l’agricoltura contadina e la sovranità alimentare delle comunità locali, un commercio equo che agevoli l’accesso al cibo dei più vulnerabili, e la gestione collettiva e democratica dei beni comuni”. A dirlo è il Presidente della FOCSIV Gianfranco Cattai mentre saluta con entusiasmo il lancio della campagna mondiale di Caritas Internationalis Una sola famiglia umana: cibo per tutti e accoglie, con tutti i Soci della Federazione, l’invito del Papa ad unirsi a questo impegno.
“Da oltre 40 anni gli Organismi della FOCSIV si fanno quotidianamente promotori di una autentica cooperazione con i poveri come chiede oggi Francesco – dice Cattai – con un servizio significativo proprio in materia di diritto al cibo e sovranità alimentare. Accogliamo dunque con entusiasmo e totale disponibilità l’invito, già espresso dal Cardinale Madriaga nella lettera di presentazione della campagna, a lottare contro l’egoismo e lo spreco, protestare contro lo sfruttamento dei più vulnerabili e contro la monopolizzazione della terra da parte dei grandi poteri”.
In particolare “come FOCSIV stiamo preparando con Caritas italiana e numerosi altri organismi del mondo ecclesiale italiano una articolazione nazionale della campagna Una sola famiglia umana: cibo per tutti. Lo scopo è promuovere la partecipazione attiva di gruppi giovanili, scuole e parrocchie – aggiunge il Presidente FOCSIV - ma anche agricoltori e imprenditori, perché siamo tutti una sola famiglia e tutti dobbiamo essere responsabili dei nostri comportamenti per creare un mondo nuovo che sappia assicurare il diritto al cibo di tutti e per tutti”.
Come socio di Focsiv, anche ProgettoMondo Mlal partecipa alla campagna per il Diritto al cibo... con la proposta "Io non mangio da solo",  per sensibilizzare sulla necessità di garantire sovranità e sicurezza alimentare a ogni abitante del pianeta.

lunedì 9 dicembre 2013

FOCSIV elegge i nuovi organi politici, e rinnova il mandato al presidente Cattai

FOCSIV annuncia il rinnovo degli Organi politici della Federazione avvenuto durante l’assemblea del 7 e 8 dicembre.
In particolare, l’assemblea riunita dei 70 Soci ha rinnovato l’incarico di Presidente a Gianfranco Cattai, al suo secondo mandato; e l’incarico di vicepresidente a Nives Ceppa De Grassi.
“Ho accettato con molta convinzione il rinnovo dell’incarico – dichiara Cattai - nella prospettiva di rafforzare il sistema FOCSIV che attinge la sua energia dalla forza delle idee e delle esperienze, dall’adesione ideale ad un condiviso progetto culturale. Il sistema FOCSIV è un modo di stare insieme nella complessità dello scenario attuale contribuendo ciascuna realtà al bene comune in modo propositivo e positivo”.
L’assemblea ha votato anche il nuovo Consiglio della Federazione nelle persone di: Angelo Colombo (A.S.P.Em.), Paolo Daghero (Engim), Anna Maria Donnarumma (PRO.DO.C.S.), Piera Gioda (C.I.S.V.), Mario Lonardi (Progetto Mondo MLAL), Andrea Milesi (Celim Bergamo), Nino Santomartino (C.P.S.).

Il Consiglio, subito riunito, ha nominato il Direttore confermando la fiducia ad Attilio Ascani, già Direttore FOCSIV dal 2011.

Per saperne di più su Gianfranco Cattai, clicca qui e scarica il suo CV.

Consegnato il premio di volontario 2013 a Rosario Volpi

Roma, 7 dicembre 2013. Si è tenuta questa mattina a Roma al centro congressi Cavour la cerimonia per la consegna del Premio del volontariato internazionale 2013. L’iniziativa giunta alla ventesima edizione è organizzata dalla FOCSIV in occasione della Giornata Mondiale del Volontariato indetta dalle Nazioni Unite il 5 dicembre. Quest’anno il riconoscimento, con l’adesione del Presidente della Repubblica italiana e sua medaglia di rappresentanza, è andato a Rosario Volpi, 34enne originario della provincia di Trapani, con l’onlus Educatori senza Frontiere (Fondazione Exodus) dal 2007 in Madagascar dove svolge il servizio di educatore nell’ambito del progetto Ambalakilonga, in lingua malgascia “Il Villaggio dei ragazzi”.
Come ha ricordato il Presidente FOCSIV Gianfranco Cattai, “è la prima volta che la Federazione apre il bando di partecipazione al Premio anche ai non Soci FOCSIV. Le candidature pervenute sono state 15 e sono stati gli utenti della Rete a selezionare i quattro finalisti tra cui la Giuria interna composta da rappresentanti FOCSIV e dei partner Fondazione Missio,Forum Terzo Settore, Famiglia Cristiana e TV2000, all’unanimità ha selezionato Rosario”. In questo giorno “di rinnovato impegno per difendere il volontariato internazionale” ha poi aggiunto Cattai esprimendo la sua personale disapprovazione, e di tutta la Federazione, al testo di riforma della Legge 49/87 che elimina il termine volontario, “vogliamo ricordare l’impegno di tutti i volontari nelle periferie del mondo, oggi rappresentati qui da Rosario”.
A sottolineare l’interesse a voler approfondire il tema del volontariato come espressione di una cultura del dono, controcorrente a quella imperante dell’individualismo e del profitto, la Lectio introduttiva di padre Bernardo Gianni, OSB Priore dell’Abbazia benedettina di San Miniato al Monte e membro della giunta comitato preparatorio del 5° Convegno ecclesiale. Partendo dal Vangelo del giorno, p. Gianni ha approfondito il tema della gratuità ed ha spiegato il compito fondamentale dell’educazione nel formare la persona alla libertà autentica in Cristo. “L’uomo è relazione – ha detto il Priore – mentre il peccato, in quanto opera divisione, rovina la relazione e porta alla frantumazione dell’essere. Per questo scoprire l’alterità, come ha fatto Rosario, aprendosi all’altro, è il primo passo per ricomporre questi frantumi ritrovando il volto di Dio in quello delle persone che accogliamo”.
Testimonianza cristiana nelle periferie del mondo ed educazione alla cittadinanza attraverso le esperienze di volontariato all’estero dei giovani è stato il tema della Tavola rotonda a cui sono intervenuti Roberto Mancini, professore di Filosofia teoretica all’Università di Macerata; don Antonio Mazzi, fondatore dell’Associazione Educatori senza Frontiere; e Luciano Scalettari, inviato e responsabile del settore volontariato di Famiglia Cristiana. In particolare, Mancini ha sottolineato il ruolo della speranza “attiva” che caratterizza il volontariato internazionale, intesa come responsabilità di ciascuno ad agire concretamente per operare un cambiamento orientato alla giustizia. Scalettari ha ricordato il patrimonio di umanità, esperienza e informazioni degli organismi di volontariato internazionale che ha bisogno di essere preservato e che merita di essere valorizzato; mentre don Mazzi ha indicato le tre qualità fondamentali del volontario: dedizione, umiltà e tenerezza.
Dopo la Tavola rotonda sono intervenuti: il direttore FOCSIV Attilio Ascani che ha espresso la volontà del volontariato internazionale a ripartire da questo punto della sua storia per costruire nuovi laboratori di fraternità perché le missioni diventino palestre di educazione per tutti; don Michele Autuoro direttore della Fondazione Missio, e Alex Zappalà responsabile animazione giovanile di Missio, che hanno sottolineato la valenza educativa del volontariato; Paola Apostoli segretaria diocesana ACI Roma che ha condiviso l’esperienza positiva di volontariato in Albania fatta con i suoi giovani; Simonetta De Fazi coordinatrice del dipartimento internazionale Acli la quale ha evidenziato la capacità dei volontari internazionali di trasmettere sempre entusiasmo e amore anche nei contesti e nelle periferie più difficili; don Guido Errico vice presidente Vis e delegato Centro nazionale opere salesiane che ha portato i saluti di Enrico Marinucci volontario in Perù tra i 15 candidati; e Flaminia Giovanelli presidente O Viveiro onlus che ha portato i saluti e i migliori auguri a Rosario da parte di Emanuela Bonavolta in Mozambico, anche lei tra i candidati a questa ventesima edizione del Premio.
A leggere le motivazioni del Premio a Rosario è stato il Presidente Cattai, mentre ha consegnato la medaglia della Presidenza della Repubblica Italiana Pietro Barbieri Portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore. A presentare l’evento e a moderare la Tavola rotonda è stato il giornalista Maurizio Di Schino, inviato di Tv2000.

Guarda il reportage realizzato in Madagascar con la testimonianza di Rosario Volpi, e presentato durante l’evento:


venerdì 6 dicembre 2013

Focsiv: “lo Stato salvi il volontariato internazionale”

Roma, 5 dicembre 2013 - La bozza della nuova legge 49 sulla cooperazione internazionale preoccupa il mondo del volontariato e della solidarietà internazionale. “Il problema è che il nuovo testo, ad oggi, elimina ogni riferimento esplicito alla persona del volontario, riducendo tutto a personale impiegato all’estero nelle attività di cooperazione internazionale allo sviluppo, come recita l’articolo 25” dice Gianfranco Cattai Presidente FOCSIV, la più grande Federazione di organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana presente in Italia.
Eliminare il riferimento al volontario dalla nuova legge sulla cooperazione internazionale per la FOCSIV è un grave passo indietro perché “significa cancellare una figura che invece lo Stato stesso prevedeva nella legislazione precedente, una figura laica motivata nella ricerca prioritaria dei valori della solidarietà e della cooperazione internazionale, prescindendo da fini di lucro” sottolinea Cattai. Nella giornata mondiale del volontariato che la FOCSIV celebra da venti anni organizzando il Premio del volontariato internazionale – che per il 2013 sarà consegnato sabato 7 dicembre al 34enne Rosario Volpi dal 2007 in Madagascar con Educatori senza Frontiere - in particolare Cattai ricorda come il volontariato abbia contribuito in modo sostanziale alla cooperazione internazionale italiana e alla sua storia.

giovedì 5 dicembre 2013

NOVITA' SERVIZIO CIVILE

ULTIMORA - Per andare incontro al considerevole aumento di richieste  anche da parte di giovani residenti in Italia, ma non ancora provvisti di cittadinanza italiana, ieri 4 dicembre è stato ufficialmente riaperto il bando nazionale per il Servizio Civile 2014. Le nuove candidature potranno pervenire entro e non oltre lunedì 16 dicembre.
Per maggiori informazioni, consultare il sito www.serviziocivile.gov.it oppure il portale Focsiv

venerdì 29 novembre 2013

Cercansi risorsa umana per il Burkina. Candidature entro il 15 dicembre!

Quattro mesi in missione in Burkina Faso, per il coordinamento dei programmi di ProgettoMondo Mlal nel Paese africano.
La nostra organizzazione cerca una nuova risorsa umana da inviare a Bobo Dioulasso (con spostamenti nelle zone di intervento dei progetti), a partire dal primo gennaio del 2014.
Nell’ambito delle attività progettuali in Burkina, la risorsa si occuperà di assistere il coordinamento nell’elaborazione e revisione di documenti istituzionali e progettuali; preparare gli stati d’avanzamento dei progetti e gestire il flusso dei relativi dati; supportare il flusso di comunicazione tra la sede in Italia e la sede in Burkina, compresa la redazione di supporti e materiali e la loro archiviazione; supportare la comunicazione tra la sede in Italia e i partner di progetto nell’ambito delle iniziative EAS; assicurare il segretariato delle riunioni con l’équipe o con i partner di progetto; effettuare le traduzioni non ufficiali e all’occasione giocare il ruolo di interprete; effettuare le ricerche di documentazione secondo i bisogni.
I requisiti richiesti sono un’ottima padronanza degli strumenti informatici e dei sistemi operativi utilizzati, un’ottima padronanza del francese e buona dell’inglese. Le esperienze pregresse nel settore della cooperazione, nella gestione di progetti e in contesti simili sia in ambito geografico che tematico costituiranno titolo preferenziale.
Per partecipare alla selezione, inviare il proprio curriculum vitae aggiornato e lettera di motivazione (con autorizzazione al trattamento dei dati personali in base al D.Lgs 196/2003) indicando almeno una referenza con e_mail e telefono a selezione@mlal.org entro il 15 dicembre 2013. Indicare nell’oggetto della candidatura “Stagista in Burkina Faso”.

Scarica qui la job description completa

Un viaggio fotografico nel Brasile di Casa Encantada

Siamo state in Brasile a settembre di quest’anno, a Salvador de Bahia, la capitale dello stato di Bahia. Viaggiamo spesso in maniera indipendente, ma per un’esperienza dall’altra parte del mondo, questa volta ci siamo affidate a una proposta di turismo responsabile e siamo state ospiti per 17 giorni nella Casa Encantada di ProgettoMondo Mlal, gestita da Maria e Loris.
Prima di partire abbiamo scelto di trascorrere l’intero periodo che avevamo a disposizione a Salvador e dintorni senza spostarci nelle altre città piu o meno famose del Brasile in modo da poter conoscere questa città e questa cultura in maniera approfondita e non soltanto affidandoci alle classiche visite fugaci nei luoghi più turistici.
Il Brasile è un paese dalle mille sfumature di colori, suoni, profumi e sapori ma anche un mondo colmo di tradizioni e culture differenti e paesaggi diversi. È un luogo dove abbiamo deciso di entrare in punta di piedi e nel modo piu genuino possibile. Per fare ciò ci siamo affidati alla professionalità e alla gentilezza di Loris e Maria che ci hanno ospitate alla Casa Encantada. Padroni di casa che vivono a Salvador ormai da più di 10 anni, brasiliani di adozione che si occupano di seguire da vicino i vari progetti che abbiamo visitato nel corso della nostra permanenza.
Per la nostra vacanza a Salvador, le guide Loris e Maria ci hanno proposto diverse uscite accompagnate per conoscere la città e dintorni e per visitare i progetti per cui lavorano. Con loro abbiamo trascorso la prima settimana, per il resto del tempo siamo rimaste indipendenti ma sempre potendo contare sulle informazioni soprattutto di Maria, efficiente e precisa su come raggiungere qualsiasi punto della città e soprattutto non dimenticheremo facilmente le sue buonissime colazioni a base di frutta, torte, marmellate e ovviamente cafezinho! Grazie a Maria abbiamo sempre iniziato le giornate bahiane con gusto.
Le proposte di escursioni conprendevano la visita alla città di Salvador dove Loris è stato la nostra guida, dal centro storico al Mercato Modelo, il mercato centrale molto turistico, dai barettini caratteristici dove abbiamo pranzato ovviamente cucina bahiana, all’escursione alla bellissima isola di Itaparica passando per i banchi della Feria di Sao Joaquim, un luogo questo che è rimasto nella nostra memoria per la sua atmosfera di mercato di quartiere dove tra gli spazi stretti tra un banco di carni e uno di havaianas si possono incontrare innumerevoli tipi di frutta ma anche carne e oggetti vari, strumenti musicali fatti a mano e ... la signora bahiana che passa tra la gente con un termos caldo e sorridendo a tutti vende bicchierini di cafezihno!
Con Loris abbiamo avuto anche il nostro primo incontro con il famoso Pelorinho (dove siamo poi tornate in maniera indipendente con gli autobus di città). Di sera abbiamo trovato un’atmosfera di musica e percussioni che è tipica di Salvador, ma è di giorno che ci si rende conto da quanti colori si è circondati..non fosse altro che per le facciate color pastello e i milioni di nastrini legati all’esterno e all’interno della chiesa del Bonfim.
Ma il pelorinho non è solo colori e musica, la collina di Salvador è prima di tutto il ricordo della schiavitù, la parola Pelorihno indica infatti la colonna dove venivano pubblicamente puniti gli schiavi nel periodo della tratta di uomini dall'Africa.
Con Loris abbiamo conosciuto il Pelorinho sotto vari punti di vista: quello turistico con la visita nelle botteghe più interessanti, quello artistico/culturale con la visita alle numerose chiese portoghesi del centro e da un punto di vista musicale, con il concerto di Jeronimo, uno dei personaggiu più importanti dell'ambiente musicale della città e protagonista in una location imperdibile: la ripida scalinata di una delle chiese del centro che fa da platea al colorito gruppo di musicisti disposti in fondo alla scalinata! inutile dire che il divertimento è assicurato!
Per chi ama Jorge Amado, in cima al Pelorinho c'è la Fundacao Jorge Amado, un museo a lui dedicato, e di fianco alla grande casa azzurra che ospita il museo c'è il numero 68 di rua Pelorinho, la palazzina dove è ambientato il romanzo “Sudore” dello stessso Amado.
Dopo il primo incontro con la città, abbiamo avuto il piacere di partecipare e conoscere da vicino le attività che caratterizzano i progetti a cui Maria e Loris si dedicano da anni. In tre giorni abbiamo conosciuto 3 realtà, il progetto musicale, il progetto scolastico e il progetto agricolo.
Nomino è in percussionista bahiano con esperienze di lavoro anche in Europa ma qualche anno fa gli è stata data la possibilità di diventare educatore e adesso insieme a Loris si dedica al progetto di laboratorio di percussioni nel quartiere Uruguay.
Abbiamo conosciuto Nomino e i suoi ragazzi, un bel gruppo che ha deciso di abbandonare il disagio della strada e con l'aiuto e il supporto dell'educatore e di Casa Encantada sta cercando di trovare nella musica una alternativa di vita. Ballerini cantanti e percussionisti che accolgono gli ospiti in una semplice stanza dove puoi farti trascinare dalla loro musica.
La struttura Casa do Sol è invece una scuola gestita da volontari che si occupano di bambini e ragazzi dai 3 ai 12 anni i quali vivono quotidianamente situazioni di disagio sociale sia in casa che in strada in quanto abitano in quartieri dove le uniche attività possibili sono legate alla droga e alla malavita. Alla Casa do Sol vengono date altre possibilità di crescita e convivenza sociale.
Un altro progetto che ci ha fatto molto piacere visitare è legato alla storia di una comunità rurale e la riforma agraria in Brasile. Le famiglie del Movimento Sem Terra e il suo portavoce ci hanno accolto nel loro mondo, mostrandoci come la natura e il contatto con essa è ancora molto importante nella vita dell'uomo e per la vita dell'uomo. Al'interno della comunità ci sono anche esempi esemplari di come un viaggiatore che passa da Casa Encantada possa dare il proprio contributo alla crescita e allo sviluppo dei progetti che visita: un esempio su tutti è la pompa dell'acqua che la comunità ha ricevuto da un'azienda italiana. Un aiuto che ha cambiato in meglio la quotidianità delle famiglie. La comunità che abbiamo conosciuto si trova a pochi chilometri da Santo Amaro (che abbiamo visitato con Loris), la città di Caetano Veloso e Maria Bethania.
Per chi ama gli animali e in particolare le tartarughe marine, a qualche decina di km da Salvador c'è un centro chiamato Tamar che si occupa del recupero e della cura delle principali razze di tartarughe marine. L'interesse di Loris per tutto ciò che è natura ci ha portate a visitare il Progetto Tamar. La visita si è rivelata un piacevole studio su come vengono protette queste bellissime specie animali in America Latina e in particolare in Brasile ed è stato interessante poterle vedere da vicino.
La nostra esperienza a Casa Encantada è stata decisamente positiva, è stato come andare a trovare una coppia di amici che vive lì da tempo e questo ci ha permesso di vedere Salvador sotto vari punti di vista, non soltanto quello classico del turista alla ricerca di souvenir.
Esperienza da consigliare a qualsiasi tipo di viaggiatore, a chiunque abbia intenzione di fare un viaggio all’insegna del contatto vero con il Brasile e la cultura Bahiana, nel rispetto del luogo e della popolazione che ospita e lasciandosi guidare da chi Salvador la conosce ormai molto bene e si dedica con passione al proprio lavoro.




Alessia Di Bartolomeo
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Va in scena "Un mondo possibile". Sulla relazione tra uomo e ambiente

Dal Burkina Faso a Verona per metterci in guardia sulle possibili conseguenze che sul nostro ambiente può avere una cattiva gestione delle risorse comuni da parte dell’uomo. Suleimane Koumare e Olivier Some, dell’Associazione Siraba di Bobo Dioulasso, sono infatti protagonisti della piece “Un monde possible”, che porta in scena la relazione tra uomo e ambiente.
Lo spettacolo, a ingresso gratuito, verrà rappresentato a Verona, al circolo Cañara giovedì 5 dicembre alle 20,30, e al Binario 0 (ex sala d’aspetto della stazione FFSS) di Villafranca venerdì 6 dicembre alle 20,45.
L’avvio è da commedia e racconta la creazione del mondo ma poi, quando con la creazione dell’uomo, il tono si fa meno comico per arrivare a un finale che consegna agli spettatori la responsabilità di evitare la tragedia di un mondo futuro, ostile e invivibile, a causa della nostra indifferenza riguardo ai temi dell’ambiente.
Una messa in scena apparentemente semplice e diretta, dunque, ma che raggiunge lo spettatore con musiche e immagini ideate in uno dei Paesi più vivaci e interessanti del panorama culturale africano, portandolo a riflettere sulla necessità di cambiare il proprio atteggiamento, sia a livello personale che sociale, verso l’ambiente e le risorse naturali del pianeta.
Lo spettacolo viene promosso da ProgettoMondo Mlal che in Burkina Faso sta realizzando diversi progetti di cooperazione legati alla risorsa acqua, alla lotta contro alla malnutrizione di mamme e bambini, e al recupero dei bambini di strada. Nello specifico lo spettacolo rientra nelle attività del progetto europeo “A possible world” che, grazie al coinvolgimento di scuole e associazioni, ha come obiettivo la sensibilizzazione e la mobilitazione soprattutto dei giovani in piccole azioni di cittadinanza attiva per salvaguardare e migliorare l’ambiente. Le iniziative del progetto si svolgono contemporaneamente anche a Osijek (Croazia), Stoccarda (Germania) e Czestokowa (Polonia).
Per info: apossibleworld@mlal.org

giovedì 28 novembre 2013

La cooperazione internazionale fa notizia? Seminario il 5 dicembre a Torino

Seminario “La cooperazione internazionale fa notizia?”
Giovedì 5 dicembre 2013
Dalle 15 alle 18.30
Campus Luigi Einaudi,
Aula magna Lungo Dora Siena 68/A – Torino


Come vengono comunicati dai media italiani i temi legati alla cooperazione internazionale? Che impatto ha la comunicazione (o la mancanza di essa) sull’immaginario collettivo, sulla diffusione di stereotipi e sulle conseguenti scelte politico-istituzionali nel settore? Che immagine del loro lavoro fanno emergere le ONG e gli enti impegnati nella cooperazione?
Partendo da queste domande saranno presentati e discussi i risultati di due ricerche realizzate dall'Università di Torino, e parallelamente in Francia e Spagna, nel quadro del progetto europeo “Comunicare in rete per lo sviluppo”.
Dopo la proiezione del video “La cooperazione internazionale secondo me…” a cura di Davide Demichelis, il Prof. Cristopher Cepernich (Osservatorio sulla comunicazione politica, Università di Torino) presenterà i risultati delle due ricerche. Commenteranno Jean Leonard Touadi (consigliere del Vice Ministro agli Affari Esteri Lapo Pistelli); Mimmo Càndito (giornalista e inviato de La Stampa) e Mario Lubektin (Direttore Generale IPS-Internet Press Service), con la conduzione di Alessandra Comazzi (Stampa Subalpina).
A seguire, saranno presentati tre casi studio e discussi in una tavola rotonda dai media locali e dagli operatori di cooperazione del territorio.
La tavola rotonda, condotta da Silvia Pochettino (giornalista e responsabile comunicazione COP), vedrà la partecipazione di Milena Boccadoro del Tg3 Piemonte, Franco Chittolina del settimanale La Guida, Chiara Genisio dell’Agenzia giornali diocesani, Filippo Spagnuolo del Consorzio Ong Piemontesi, Diego Sarno ass. alla Politica internazionale del Comune di Nichelino – CoCoPa, Dario Castelletti di Radio Flash- Circuito popolare network.
Promosso dal COP Consorzio Ong Piemontesi (www.ongpiemonte.it) in partenariato con l’Università degli Studi di Torino, l’Associazione Stampa Subalpina, la Regione Piemonte (Settore Affari Internazionali) e il CoCoPa - Coordinamento Comuni per la Pace della Provincia di Torino, il seminario “La cooperazione internazionale fa notizia?” si inserisce nell’ambito del progetto europeo "Comunicare in rete per lo sviluppo”, iniziativa triennale il cui obiettivo è implementare e migliorare la comunicazione tra i media e gli operatori della cooperazione, in collaborazione con la Federazione delle Ong Catalane (www.fcongd.org) e RESACOOP – Réseau Rhône-Alpes d’appui à la coopération internationale (www.resacoop.org).

Dialogo a La Paz sulla giustizia riparativa per giovani detenuti

Organizzato dal Ministero della Giustizia boliviano, con la partecipazione dell’ong ProgettomondoMlal e dell’organizzazione CDC (Capacitación Y Derechos Ciudadanos), si è svolto a La Paz giovedì 14 novembre un incontro-dialogo sul tema della giustizia penale giovanile riparativa.
Insieme al vice ministro della Giustizia e dei Diritti Fondamentali Érika Chávez, hanno preso parte all'evento anche due esperti italiani, già ospiti il mercoledì precedente al Seminario sulla Giustizia Riparativa a Santa Cruz.
Si tratta del mediatore penale Carlo Riccardi e del criminologo e docente di criminologia Adolfo Ceretti, autore di vari testi sul concetto di giustizia riparativa, entrambi sostenitori di questo modo innovativo di intendere la giustizia penale.
L’obiettivo di questo incontro, come sottolineato nell’introduzione del viceministro Chávez, era quello di proporre la condivisione dell’esperienza di un modello alternativo di giustizia minorile che preveda mezzi alternativi alla semplice proporzionalità della pena consistente il più delle volte nella privazione della libertà. L’importanza del tema trattato si fa particolarmente potente in un Paese come la Bolivia, la cui pena massima per i giovani che hanno superato i 16 anni può arrivare ai 30 anni di carcere e in cui, secondo i dati a disposizione e presentati nel “Plan de acción inmediata para adolescentes y jóvenes en situación de privación de libertad”, i giovani privati di libertà nel 2012 erano 2.034 per la maggior parte ancora in attesa di giudizio definitivo, e, ancora, perlopiù per reati derivati da un malessere socio-economico, come il furto e la rapina.
All’inizio del suo intervento Adolfo Ceretti ha proposto una breve ricostruzione storica sul problema della giustizia minorile in Italia, evidenziando come la nuova legge per la giustizia penale italiana del 1988 sia all’avanguardia in quanto “non accantona le istanze di sicurezza e giustizia senza perciò mortificare la dignità del giovane che compie delitto”. È una legge, questa, che pone l’accento sulla dimensione socio-valoriale della pena, tentando il più possibile di accantonare l’approccio punitivo nei confronti del giovane che ha commesso reato: una visione progettuale con interventi di ampio respiro educativo viene proposta già dalla fase processuale, con l’obiettivo di stimolare la responsabilizzazione del giovane evitando così meccanismi di repressione, deterrenza, neutralizzazione, frequenti in un sistema di giustizia fondato sulla pena intesa come punizione e castigo.
"Gli articoli 28 e 29", commenta Ceretti, "si definiscono come il cuore della norma penale per i giovani in Italia, e prevedono la possibilità della sospensione del processo anche per reati particolarmente gravi e l’affidamento del giovane a un'equipe specializzata". Con il sostegno di quest'ultima, il giovane aderisce a un progetto rieducativo della durata massima di 3 anni, con la relativa possibilità dell’estinzione del reato. In gran parte grazie a questo sistema, nonostante le più di 3.0000 denunce penali nei confronti di giovani tra i 14 e i 18 anni in Italia, sono meno di 500 i ragazzi attualmente privati della libertà.
Una giustizia mite, “capace di riporre la spada e la bilancia e di mettere al centro la persona”, è questa la strada individuata da Ceretti nel concetto di giustizia riparativa. E “la persona” non è solamente colui che ha commesso il reato, infatti la questione che l’esperto criminologo ha voluto porre al centro del suo intervento è quella dell’importanza che dovrebbe arrivare ad assumere la vittima all’interno del percorso di giustizia. La giustizia tradizionale, infatti, tende all’emarginazione della persona offesa dal processo, quando invece dovrebbe essere fondamentale la presenza attiva di quest’ultima. Quello a cui si vuole puntare è un processo di mediazione tra vittima e offensore, nel quale i due soggetti possano partecipare attivamente, coadiuvati da una figura preparata e formata al mestiere di mediatore di conflitti, alla ricerca e all’individuazione della possibile soluzione delle difficoltà derivanti dal reato commesso.
Gli obiettivi che si pone questo tipo di giustizia sono molteplici e notevoli: la riparazione dell’infrazione nella sua dimensione “globale”, e quindi non soltanto materiale ma anche psicologica e sociale; la presa di coscienza da parte dell’autore del delitto della sua responsabilità, con un conseguente rinforzo dei valori morali del reo; la possibilità della partecipazione attiva da parte della società civile all’interno del percorso di giustizia; il contenimento dell’allarme sociale instaurato dal crimine commesso. Tutto questo passa principalmente attraverso il riconoscimento della vittima come persona attiva nel processo penale e la conseguente possibilità di una riconciliazione e di quella che viene chiamata “riparazione simbolica”.
Se il processo riparativo giunge a buon fine, infatti, chi compie il delitto può avere la possibilità di compiere un gesto positivo accordato con la vittima, gesto che, per quanto simbolico, possa dimostrare un cambiamento nella relazione critica tra vittima e oppressore.
Sia alcuni esempi concreti portati da Adolfo Ceretti che, poi, tutto l’intervento di Carlo Riccardi, hanno mostrato bene come l’applicazione di una giustizia riparativa abbia la possibilità di agire anzitutto sul benessere delle parti in causa, riducendo e arrivando ad annullare lo shock psichico-sociale causato dal perpetrarsi di un’azione delittuosa: l’obiettivo non dovrebbe essere più, insomma, una eventuale vendetta o una mera azione punitiva nei confronti del reo, bensì un incontro riparativo che agisca positivamente sui singoli soggetti chiamati in causa e, non ultimo, sulla stabilità delle società civile.
Questo stimolante incontro avvenuto a La Paz, durante il quale c’è stata la possibilità di condividere, tra addetti del settore, esperienze concrete riguardanti la giustizia giovanile, testimonia la volontà di seguire un percorso differente rispetto a un modo meramente punitivo di concepire la giustizia penale. Si pone inoltre un altro tassello in questa direzione in Bolivia, dove, grazie a ProgettoMondo Mlal dal 2011 esiste una struttura, il Centro diRiabilitazione Qalauma, in cui, oltre a proporre percorsi progettualiartistico-culturali-lavorativi ai giovani privati di libertà, si sta tentando di sperimentare l’efficacia di una giustizia dall’approccio riparativo. Se la strada può sembrare, ed essere, ancora lunga, ad oggi i passi in questa direzione non stanno mancando.

Mirko Olivati
Volontario Sve
ProgettoMondo Mlal

mercoledì 27 novembre 2013

Focsiv: interpellati, anche come Federazione, dalla Chiesa di Papa Francesco

L’Evangelii Gaudium di Papa Francesco è un documento che illumina ulteriormente il cammino di tutti gli uomini di buona volontà dal quale, sia come singoli che come Federazione, ci sentiamo profondamente interpellati” dice il Presidente FOCSIV Gianfranco Cattai all’indomani della presentazione dell’Esortazione apostolica, sottolineando particolare apprezzamento per il no del Papa a “un’economia dell’esclusione e dell’iniquità, perché questa economia uccide” e i riferimenti ad una “Chiesa povera per i poveri che annunci e testimoni l’umanità e l’amore di Dio”.
I sette punti principali raccolti nei cinque capitoli dell’Esortazione, che costituiscono le colonne fondanti della visione di Papa Francesco per la nuova evangelizzazione, puntano l’attenzione su alcuni aspetti della vita cristiana che incontrano l’esperienza quarantennale della Federazione e del volontariato internazionale come: l’inclusione sociale dei poveri, la pace e il dialogo sociale, le motivazioni spirituali per l’impegno missionario. L’idea di una “riforma in chiave missionaria della Chiesa” che coinvolge la Chiesa intesa come totalità del popolo di Dio che evangelizza è un evidente richiamo alla responsabilità di ogni cristiano nell’impegno per l’evangelizzazione. “Per questo come volontari nel mondo sentiamo particolarmente vicino a noi il richiamo di Bergoglio – aggiunge Cattai -. Da sempre il nostro impegno è inteso innanzitutto come missione a essere testimoni di impegno cristiano nelle periferie del mondo”.
Proprio nei prossimi giorni, in occasione della Giornata mondiale del volontariato indetta dalle Nazioni Unite il 5 dicembre, FOCSIV consegnerà ad un giovane volontario, il 34enne Rosario Volpi in Madagascar da sei anni con l’onlus Educatori senza frontiere, il tradizionale riconoscimento di “Volontario internazionale dell’anno” in virtù della forza della sua testimonianza cristiana portata quotidianamente con gioia tra i ragazzi di Fianarantsoa.

martedì 26 novembre 2013

FOCSIV e CIDSE: strada difficile per la giustizia climatica dopo la Conferenza Onu sul Clima di Varsavia


FOCSIV e CIDSE, l’associazione internazionale di 17 organizzazioni allo sviluppo di origine cattolica, continuano a chiedere giustizia climatica alla chiusura della Conferenza Onu sul Clima di Varsavia (COP19).
Tutti i paesi devono lavorare insieme in uno spirito di solidarietà per indirizzare il mondo sulla giusta strada: che è quella verso società decarbonizzate che garantiscano giustizia climatica per tutti. Purtroppo a Varsavia gli Stati non hanno optato per un’ambiziosa strada verso un accordo globale nel 2015. E’ necessario fare molto di più in vista prossimo vertice COP21 a Parigi. Parlando alla fine della Conferenza, Bernd Nilles, segretario generale della CIDSE, ha deplorato la mancanza di decisioni ambiziose.
“Varsavia doveva essere il COP finanza che doveva muovere i primi passi verso lo stanziamento di 100 miliardi di dollari all'anno entro il 2020 per sostenere gli sforzi di adattamento e mitigazione dell’impatto ambientale delle politiche dei paesi in via di sviluppo. Invece non sono stati compiuti abbastanza progressi verso il raggiungimento di tale obiettivo” ha detto Nilles. “Alcuni impegni sono stati presi per salvare il fondo di adattamento, altri in materia di combustibili fossili come ad esempio quello del governo del Regno Unito di cessare l’utilizzo di denaro pubblico per finanziare le centrali a carbone all'estero; ma in generale non c'è chiarezza sui soldi a disposizione da qui al 2020 per proteggere le persone più vulnerabili che già soffrono impatti climatici violenti”, ha concluso il Segretario Generale CIDSE.
Varsavia è stato anche un momento cruciale per i paesi per concordare una road-map per raggiungere un accordo soddisfacente a Parigi nel 2015, inclusi i primi passi chiave per la progettazione di impegni post-2020 e di indicatori adeguati a garantire che l'accordo sia equo per tutti i paesi. La tabella di marcia che esce da Varsavia, purtroppo, non fornisce elementi per costruire solide basi per questo accordo globale. E’ stata solo concordata la struttura di un meccanismo per affrontare i danni climatici, ma deve essere riempita di contenuti, ed è stata ritardata la data perché le parti si impegnino concretamente da un punto di vista finanziario.
Con risultati del COP di Varsavia così magri, FOCSIV e CIDSE rivolgono ora la loro attenzione ai prossimi passi (COP20 in Perù e COP21 a Parigi) ricordando all'Unione Europea il suo compito storico. C’è infatti bisogno di ambiziosi impegni dell’UE per il 2030 volti a fissare almeno intorno al 55 % la riduzione delle emissioni, e a stabilire forti obiettivi vincolanti per l'efficienza energetica e le energie rinnovabili.

Focsiv premia Rosario Volpi, testimone di speranza nel Sud e nel Nord del mondo

Si terrà a Roma sabato mattina 7 dicembre  la consegna del Premio del volontariato internazionale 2013, il tradizionale appuntamento della FOCSIV in occasione della Giornata Mondiale del Volontariato indetta dalle Nazioni Unite giunto alla XX edizione.

Rosario Volpi, 34 anni, originario di Calatafimi in provincia di Trapani e da sei anni in Madagascar con l'Onlus Educatori Senza Frontiere è il volontario a cui FOCSIV consegna quest'anno l'importante riconoscimento. Vive a Fianarantsoa dove svolge attività di psico-pedagogista coordinando un progetto che mira a realizzare attività di educazione informale, sostegno psicologico e alimentare, da titolo "Ambalakilonga, il Villaggio dei ragazzi".
"Quello che abbiamo premiato – dice il Presidente FOCSIV Gianfranco Cattai – non è certo solo il lavoro di Rosario, per quanto questo sia molto importante per le ricadute sul tessuto sociale della comunità malgascia. Ma il modo con cui Rosario porta avanti ogni giorno il suo impegno di volontario, quale persona motivata che trova nei valori cristiani la forza per non arrendersi. E' quell'esempio di testimone di speranza di cui nelle periferie urbane e umane c'è tanto bisogno, sia nei Paesi del Sud che del Nord del mondo. Nel contesto di crisi globale che stiamo vivendo, abbiamo tutti bisogno di testimoni; e i volontari come Rosario sono un esempio da valorizzare di giovani positivi capaci di costruire speranza".
"Sono molto contento che Rosario sia stato scelto come volontario internazionale dell'anno anche perché ha fatto la sua preparazione a Milano con gli Educatori senza Frontiere per un lungo periodo difficile e oneroso per lui. Le motivazioni, l'entusiasmo giovanile e la sua grande umanità gli hanno permesso in breve tempo di diventare ad Ambalakilonga in Fianarantsoa leader e trascinatore di centinaia di giovani. Ha svolto il suo lavoro soprattutto nel campo scolastico, professionale e comunitario, con obiettivi prevalentemente educativi. I risultati sono molto buoni perché ragazzi difficili in grave disagio sociale hanno potuto conseguire non solo successi scolastici, ma alcuni hanno continuato gli studi ed altri hanno addirittura trovato lavoro permettendo cosi un miglioramento della qualità della vita. E' un grande orgoglio che Rosario riceva questo premio insieme agli Educatori senza Frontiere" dice don Antonio Mazzi, fondatore dell'associazione.
L'evento è realizzato in collaborazione con Fondazione Missio, il Forum del Terzo Settore ed in media partnership con Famiglia Cristiana e TV2000.

sabato 23 novembre 2013

KALEIDOsCOPE. Cinema Africano oggi

La penultima giornata del Festival si apre con lAFRICANSUMMER SCHOOL. Nella Sala degli Arazzi del Comune di Verona, si svolgerà la cerimonia di consegna ufficiale degli attestati di partecipazione alla prima edizione di African Summer school “Business incubator 4 Africa”, promossa dall’associazione veronese Africasfriends ed inaugurata lo scorso 4 Agosto a Villa Buri dalla Ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge. Durante l’evento, che inizierà alle ore 17.30, saranno premiati i migliori progetti di microimpresa elaborati dai partecipanti.

MUSICA, PREMIAZIONI E… CINEMA! Questo, in tre parole, il programma previsto per la serata di chiusura della XXXIII edizione del Festival di Cinema Africano che si terrà a partire dalle 20,30 al Cinema Stimate. A presentare la serata saranno Fortuna Ekutsu Mambulu e Malice Omondi.
Ad aprire le danze sarà il gruppo dance&music SIRABA proveniente dal Burkina Faso, in Italia per una tournée europea. La serata proseguirà con la proclamazione dei film vincitori, selezionati dalla Giuria ufficiale che decreterà i premi per le tre sezioni in concorso: Panoramafrica (miglior lungometraggio), Africa Short (miglior cortometraggio) e Africa Doc (miglior documentario).
A questi, come è consuetudine di ogni edizione, si aggiunge il Premio del pubblico, che verrà proiettato alla fine della serata.
Si conosceranno i nomi anche dei vincitori delle quattro Giurie speciali: la prima, composta da rappresentanti del Cartello “Nella mia città nessuno è straniero” in collaborazione con il CSV di Verona, decreterà il Premio per la sezione Viaggiatori&Migranti; poi arriveranno i premi dei giovani, quello deciso dai giurati dell’Associazione Studenti africani di Verona – ASAV, e quello della Giuria Speciale Studenti con il Premio Il Colombre, cui si accompagna il Premio Scuole, deciso dalle ragazze e ragazzi scaligeri che hanno assistito alle proiezioni mattutine nel proprio istituto o al cinema.
A questi, si aggiunge la Giuria composta da un gruppo di detenuti, uomini e donne della Casa circondariale di Montorio (Verona) in collaborazione con l’Associazione La Fraternità, che assegnerà il Premio Cinema al di là del muro. Anche gli studenti delle scuole voteranno per eleggere il miglior film.
La XXXIII edizione si conclude presso Interzona, via Scuderlando 4, con il BYE BYE FESTIVAL animato dal DJ-SET Interzona Sound System e la musica africana di DJ Alix Ndembi. Contributo della serata 5 euro.