venerdì 31 gennaio 2014

Attività del Centro Qalauma, un nuovo anno ricco di novità

A Qalauma, centro di Riabilitazione per Giovani e Adolescenti privati di libertà, il nuovo anno si preannuncia ricco di attività interessanti per i ragazzi.
Gli ultimi mesi del 2013 sono stati infatti importanti per lo svolgimento di molti corsi proposti dal Programma Liber’Arte che si sta svolgendo in collaborazione con ProgettoMondo Mlal. Alcuni giovani reclusi hanno persino avuto la possibilità di uscire dal Centro per presentare le loro abilità artistiche durante due eventi pubblici, in novembre a El Alto e in dicembre nella Piazza San Francisco nel centro di La Paz, in occasione delle celebrazioni per la commemorazione dell’anniversario della dichiarazione dei diritti umani.
I corsi proposti a Qalauma sono stati svariati, oltre a quelli permanenti, di carpenteria, agronomia, cucina e panificio, i ragazzi sono stati coinvolti in corsi bimestrali e trimestrali dal contenuto artistico e culturale. Le lezioni di chitarra tenute da Miguel Gutierrez, per esempio, hanno intrattenuto 15 ragazzi che hanno così appreso le basi per poter suonare: gli insegnamenti teorici su accordi e melodie, si sono combinati con l’insegnamento della pratica, cosicché i partecipanti potranno esercitarsi su una base ben concreta.
Di grande interesse è stato anche il corso tenuto dall’organizzazione artistica COMPA che opera a El Alto. Quest'ultima ha infatti proposto un corso di arte video-visuale, e i ragazzi, circa venti, sono stati accompagnati nella creazione di un cortometraggio, un videoclip in cui sono emerse le loro doti artistiche. L’entusiasmo dei giovani utenti è stato grande, e il prodotto finale di ottima qualità, tanto che gli educatori di COMPA hanno deciso di far partecipare il cortometraggio a un concorso di cinema di El Alto, e il breve filmato si è aggiudicato il premio per la tematica più originale. Certamente l’esperienza si ripeterà quest’anno!
Un’altra attività che ha appassionato i ragazzi tanto da essere rinnovata per altri tre mesi è quella di disegno grafico: nella sala di informatica del Centro i ragazzi hanno imparato a utilizzare programmi come Photoshop per disegnare volantini, cartelloni e copertine per CD.
Oltre a tutto questo si sono succeduti corsi di musico-terapia e teatro, e chiaramente non poteva mancare un torneo di calcio a 5 presso la palestra del Centro; inoltre il gruppo musicale creato dai ragazzi di Qalauma, i Sentencia, ha continuato a provare le cover delle canzoni preferite. Questo gruppo di 7 ragazzi è stato invitato a suonare alla piazza centrale di La Paz, San Francisco, dove si è esibito con entusiasmo davanti a un pubblico folto e interessato.
Anche Angel e Fernando, due giovani che stanno vivendo a Qalauma, hanno avuto la possibilità di esibirsi presentando i loro pezzi hip-hop in un evento pubblico tenutosi in una piazza de El Alto, ottenendo un ottimo successo soprattutto in virtù dei loro testi che ci ricordano come i ragazzi privati di libertà mantengano la voglia e abbiano il coraggio di riscattare questo periodo difficile della loro vita: “voglio uscire da ciò in cui mi sono messo, tornare a vivere, risorgere come la fenice” recita il brano più applaudito del duo.
Visto il successo delle attività svolte nell'anno appena concluso, si respira una grande fiducia per le proposte di questo 2014. Il corso di disegno grafico è già ripreso con la partecipazione di altri 10 ragazzi.
Anche le lezioni di musico-terapia stanno continuando, con l’ambizioso obiettivo di preparare un varietà radiofonico che potrà andare in onda nei prossimi mesi; Pamela e Evelyn, le volontarie che organizzano questo corso, stanno lavorando per dare la possibilità al gruppo Sentencia di incidere un primo album.
A metà gennaio sono poi cominciati altri due corsi di grande interesse: Jhonny, uno dei giovani reclusi, si è coraggiosamente proposto di tenere un suo corso di disegno: sarà affiancato da un educatore e sono già 15 i ragazzi che hanno deciso di partecipare a quest’attività. Inoltre è iniziato anche un corso di letteratura e scrittura creativa, con l’obiettivo di creare un libro di racconti scritti dai ragazzi, lo stesso corso prevede anche la costruzione di maschere con garze di gesso, una maniera per avvicinare i ragazzi al mondo della letteratura distaccandosi da metodi frontali e accademici.
Sempre a gennaio Pawel, un volontario polacco, sta tenendo una serie di incontri per presentare ai ragazzi le tradizioni, la musica, la storia e la geografia del proprio paese: la proposta è stata molto apprezzata dai primi due gruppi di 15 giovani, tanto che l’incontro si ripeterà per gli altri ragazzi.
Naturalmente si attende l’inizio di altre attività, si terrà per esempio un corso di fotografia, uno di marionette, e l’organizzazione COMPA tornerà al centro per proporre la creazione di un nuovo cortometraggio, visto il successo della prima produzione.
Questo fiorire di attività dimostra quanto i giovani di Qalauma sentano la necessità di svolgere una grande varietà di progetti che li possano mettere nella condizione di esprimersi, di sfogarsi, di imparare, di avvicinarsi all’arte o apprendere le basi di una professione; tutto questo con l’entusiasmo proprio dei giovani, e con la consapevolezza che un giorno quello che stanno imparando e conoscendo nel Centro potrà essere una base solida e valida per riprendere la propria esistenza nella società, riscattando così questo periodo difficile della propria vita.
L’impegno di ProgettoMondo e del Programma Liber’Arte si propone costantemente di aiutare i giovani in questa direzione: la presenza di volontari internazionali e di educatori è di un’importanza strategica per i ragazzi privati di libertà, i quali possono contare su persone che hanno la voglia di mettere le proprie conoscenze, abilità e sensibilità a loro disposizione.
Il 2014 è iniziato nel modo migliore sotto questo punto di vista, e le varie attività avranno senz’altro un seguito importante.

Mirko Olivati
Volontario Sve
ProgettoMondo Mlal Bolivia

Cattura e tosatura della vigogna: il vello d'oro delle comunità boliviane

Tra ottobre e novembre avviene la cattura e tosatura della vigogna. Sono le Associazioni Regionali che, insieme alle comunità, stabiliscono le date dell’operazione e, essendo la vigogna una specie protetta e appartenente allo Stato (le comunità ne sono custodi), sono obbligati a rispettare un calendario di cattura regolato dal Ministero del Medio Ambiente e Acqua.
Il Progetto Qutapiqiña ha così dotato le 18 comunità di strumenti che facilitassero l’operazione. Ha acquistato e distribuito reti per la cattura, pali, forbici adatte alle tosatura e kit sanitari per curare le malattie.
La fibra della vigogna, considerata tra le più fini e pregiate al mondo, può raggiungere il prezzo di 450 $ al chilo di materia grezza. Naturale dunque che questa opportunità economica animi le comunità ad organizzarsi al meglio affinchè riescano a catturare più animali possibili.
I preparativi sono rigorosi per la buona riuscita. Ogni comunità deve radunare il maggior numero di persone per il giorno programmato. Al mattino il “responsabile cattura” impartisce le regole necessarie a cui tutti devono attenersi, un camion trasporterà reti, pali, forbici, kit sanitario, sacchi per la raccolta della fibra e altri strumenti utili all’operazione.
Ci sono due tipi di catture, quelle che si svolgono nei pianori altiplanici e quelle che si svolgono sulle pendici dei monti, a volte ad altezze vicino ai 5.000 metri.
Per rastrellare le vigogne nel territorio assegnato alla comunità, e stringerle in cerchio, vengono utilizzate anche dalle 20 alle 50 motociclette.
L’operazione è preceduta dal rito dedicato alla Pachamama. In una suggestiva cerimonia, che consiste nella masticazione delle foglie di coca di tutti gli astanti e l’offerta di alcool alla terra da parte delle massime autorità, si chiede a lei (Terra) il permesso di iniziare il lavoro.
Quindi le 100 e più persone iniziano a piantare i pali e a sistemarvi le reti formando una specie di lungo recinto (con ragione lo chiamano “manga” manica”) su cui confluiranno le vigogne sospinte da moto e persone che senza spaventarle le sospingono nel recinto predisposto.
A questo punto ci si dedica alla tosatura che richiede dai 10 ai 15 minuti. Il manto di fibra ottenuto, 200 grammi circa, verrà catalogato da sapienti mani di donne secondo criteri di qualità (lunghezza, purezza, uniformità di colore ect..), mentre gli incaricati compilano le schede che verrano consegnate al Ministero e all’Associazione Nazionale dei “vicuñeros”. Da questa documentazione, a cui si aggiungerà il peso del vello, dipenderà la somma che la comunità riceverà quando sarà stata venduta al miglior offerente.
Al termine dell’operazione che può durare 5 o 6 ore, tutte le vigogne catturate verranno liberate e con il trotto caratteristico raggiungeranno un’altra volta gli spazi sconfinati del loro habitat, dopo aver lasciato in mano alle popolazioni locali il loro preziosissimo contributo.

Anna Alliod
ProgettoMondo Mlal Bolivia


Guarda qui sotto il video sulla cattura:




mercoledì 29 gennaio 2014

FONDAZIONE PROGETTOMONDO, LE RAGIONI DI UNA SCELTA

ProgettoMondo Mlal, ong veronese da 50 anni impegnata nella cooperazione allo sviluppo in America latina e Africa, da sabato scorso ha una marcia in più: è la neonata Fondazione ProgettoMondo, formalmente costituita il 25 gennaio alla presenza del notaio Ruggero Piatelli e dei suoi soci fondatori: in primis l’associazione Mlal Onlus che continuerà naturalmente a essere cuore e promotore della Fondazione, quindi l’Ong piemontese Cisv, la Ong bolognese Amici dei Popoli e, infine, la Ong di Gorizia, Cvcs. Storie, esperienze e patrimoni che si saldano dunque assieme per affrontare con più forze e maggiori opportunità un mondo che cambia.
“Questa prima compagine – ha spiegato il neopresidente di ProgettoMondo, Mario Lonardi- costituisce il gruppo di lavoro di cui la Fondazione sarà perno, il nuovo soggetto attraverso cui tornare a esercitare il ruolo originario delle nostre rispettive associazioni, quando ancora riuscivamo ad orientare le scelte all’interno della nostra società. Per 50 anni il nostro motore sono stati infatti gli ideali. Ideali forti. La costituzione di un gruppo di soggetti diversi, oggi, ha proprio l’obiettivo di riacquistare capacità di incidenza sociale e politica e ridare gambe e voce ai nostri Progetti di cooperazione, ai tanti partenariati costruiti in America latina e Africa”.
“I grandi finanziatori – ha spiegato ancora Lonardi in occasione del dibattito pubblico dedicato a “Le ragioni di una scelta”- tenderebbero a stringerci in ambiti sempre più stretti. Ecco perché si rende urgente recuperare un nostro protagonismo, farci carico di temi da sempre scottanti e, dal piano degli ideali, farli ricadere concretamente sui processi in atto nei nostri territori”.
Naturalmente la sfida della neonata Fondazione ProgettoMondo non è a portata di mano. La crisi della cooperazione e della nostra società in generale ci dice chiaramente che la strada non è affatto in discesa. “Per questo motivo –dice Lonardi- un buon contenitore e buoni contenuti non sono più sufficienti. Dobbiamo anche saperci fare carico di una partecipazione efficace. È soltanto una partecipazione attiva, infatti, che potrà garantire, attraverso le necessarie mediazioni, una nuova condivisione tra soggetti diversi, e quindi una reale incidenza poi sulle politiche attuali”.
E di necessità di “risignificare il termine partecipazione” ha parlato a lungo anche uno dei partner di ProgettoMondo, il docente dell’Università di Bogotà (Colombia), Giangi Schibotto: “Oggi siamo tutti orfani dei tradizionali soggetti partecipativi e delle istituzioni partecipate, perché gli interessi sono dispersi e frammentati”. La ricetta –secondo lo studioso di processi politici in America latina- è dunque “sapere accettare l’attuale frammentazione, la carica di rivendicazione che c’è anche nell’inconformità,. Non ha più senso inseguire, cioè, visioni di “futuro” e di società figlie di ideologie non più attuali nelle quali ciascun soggetto occupava un posto pre-definito come in un puzzle. “Piuttosto –suggerisce il professor Schibotto- cominciamo a pensare, e lavoriamo, a un progetto comune che, adattandosi alla dinamicità del pensiero sociale e delle dinamiche economiche, restituisca un’immagine più simile al caleidoscopio. Assumiamo, insomma, la sfida della nostra complessità senza più pregiudizi antichi e resistenze moderne”.
Sabato 25 gennaio la Fondazione ProgettoMondo ha nominato il primo Cda. Oltre al presidente Mario Lonardi, ne fanno parte Federico Perotti, attuale presidente di Cisv, Paola Mariani, padovana e responsabile di Amici dei Popoli, Franco Gaggioli, goriziano e presidente di Cvcs, la bolognese Marialuisa Milani e il vicentino Gianni Cappellotto (già operatori di ProgettoMondo Mlal) e il commercialista veronese Paolo Fratta Pasini.

ufficio stampa ProgettoMondo



martedì 28 gennaio 2014

Contro la deforestazione, eco-cucine, formazione e nuove piante

L’obiettivo del progetto Piatto di Sicurezza, appena concluso ad Haiti, era di promuovere la sicurezza alimentare nelle zone di Hinche (Altipiano Centrale) e Ouanaminthe (Nord-Est), proponendo un’agricoltura che salvaguardi le risorse naturali e che aiuti le famiglie, e in particolare le donne, a sviluppare attività che riducano la povertà.
ProgettoMondoMlal ha lavorato per più di 3 anni in stretta collaborazione con le associazioni di contadini beneficiari e le Ong locali (MPP; SFw) e l’Ong internazionale (Progressio) che hanno contribuito alla realizzazione del progetto realizzando molteplici attività che potessero garantire uno sviluppo integrato e duraturo nelle zone di intervento.
Nel corso di questi anni sono state date delle risposte a differenti problemi che riguardano l’ambiente rurale haitiano, in primo luogo l’introduzione di tecniche di conservazione del suolo. La deforestazione ad Haiti ha ormai colpito più del 90% del patrimonio forestale, causando gravi problemi per la stabilità idro-geologica dell’isola che, ricordiamo, è per lo più montagnosa.
La riforestazione, realizzata con il nostro Progetto, grazie alla produzione di 91.500 piante nei 3 vivai rurali, ha permesso di evidenziare con maggior forza l’importanza delle risorse boschive per lo sviluppo integrato dell’ agricoltura.
La realizzazione di 40 briglie per il controllo delle acque piovane, e di 20 Km di barriere vive e morte (muri a secco) realizzate dalle 35 Brigate Agri-Selvicole che, lavorando secondo il metodo tradizione di scambio di lavoro tra contadini (il combit), hanno permesso di controllare l’erosione del suolo nelle micro-conche della zona.
L’introduzione di eco-cucine, fatte di terra cruda e costruite dagli stessi beneficiari, permettono alle famiglie, dopo aver ricevuto formazione teorico-pratica, di ridurre il consumo di legna del 50% e di rinunciare all’utilizzo del carbone la cui produzione è appunto una delle cause principali della deforestazione. Si tratta di una scelta che consente di tutelare il territorio, riducendo il taglio di alberi, e che offre l’opportunità ai contadini di poter intraprendere una produzione artigianale che integri il reddito familiare.
Sono stati, inoltre, costruiti e avviati due laboratori di trasformazione di prodotti agricoli, la cassaverie, per la manioca e il mulino per la produzione di farine di mais; i prodotti trasformati vengono ora commercializzati sui mercati locali con la prospettiva concreta di potersi espandere a mercati vicini più grandi. La trasformazione della manioca per la produzione della cassave ha permesso di rilanciare, ad Ouanaminthe, la produzione del tubero che praticamente era stata abbandonata per mancanza di redditività. Il valore aggiunto, dato dalla trasformazione da parte dei produttori stessi associati, permette loro di avere entrate in grado di rivitalizzare tutta la filiera agricola.
Inoltre è stato incentivato e migliorato l’allevamento caprino, oggi seguito direttamente dalle associazioni di beneficiari incaricate di controllare la salute e la riproduzione degli animali. L’importanza dell’allevamento delle capre è particolarmente evidente in un territorio che, essendo per lo più montagnoso, rende la carne di capra uno dei piatti principali della dieta haitiana.
L’introduzione della coltivazioni di ortaggi nelle zone di intervento, con la realizzazione di 840 parcelle famigliari e 6 sperimentali, utilizzate sia per le attività di formazione sia per la produzione vera e propria, ha permesso di sviluppare un’attività generatrice di reddito che beneficia soprattutto le donne. Se è infatti vero che è l’intera famiglia che lavora nella coltivazione degli ortaggi, le donne rimangono le più interessate alla potenziale commercializzazione dei prodotti (pomodori, verza, melanzane e tuberi) sui mercati locali.
Inoltre, nelle vicinanze di 2 delle 6 parcelle sperimentali, sono stati costruiti gli impluvium che forniranno l’acqua per irrigare gli ortaggi, dando così la possibilità ai contadini di prolungare il ciclo produttivo nell’arco di 10 mesi all’anno.
Il miglioramento della produzione frutticola costituisce un altro risultato di particolare importanza visto il potenziale che ha oggigiorno questo settore. Inizialmente sono stati realizzati i corsi di formazione per 51 tecnici innestatori che hanno poi realizzato più di 30.000 innesti riusciti. Li definiamo innesti riusciti perché gli innestatori sono stati retribuiti proprio in base al numero di innesti realizzati con successo, sotto il controllo del personale tecnico del progetto. Gli innesti hanno riguardato piante da frutto (manghi, avogadi e agrumi), coltivate nelle parcelle dei beneficiari, permettendo così ai tecnici formati di fare un’esperienza che gli permetterà ora di proporre la loro professionalità anche in altre zone così da sviluppare una attività redditizia che permetta di integrare le esigue entrate economiche familiari provenienti dalla coltivazione degli appezzamenti.

Mirco Bellagamba
Piatto di sicurezza
ProgettoMondo Mlal Haiti

lunedì 27 gennaio 2014

Vita Dentro, un modello di carcere documentato in un video

Il progetto Vita Dentro è arrivato al capolinea, concludendo così il secondo intervento di ProgettoMondo Mlal nelle carceri di Nampula e provincia. Un percorso iniziato nel 2006 con un primo progetto “Diritti in Carcere” e documentato in un recente video di 20 minuti realizzato dall’equipe tecnica della Kenzi Productions, guidata dalla regista Annamaria Gallone.
Le testimonianze dirette dei reclusi ed ex reclusi, degli operatori e animatori, dei famigliari e dei nuovi datori di lavoro raccolte dalla cinepresa, testimoniano per immagini e parole la straordinaria evoluzione che ha avuto il nostro intervento nelle carceri di Nampula città e provincia. E soprattutto sono testimonianze che parlano anche “oltre” il tema del carcere e/ o della detenzione… perché testimoniano in maniera incontrovertibile come piccole opportunità di cambiamento, se offerte in un quadro e contesto pensati, possono davvero rimettere in moto le vite personali e collettive.
Sono stati anni in cui la nostra organizzazione può elencare una serie di risultati, conseguiti e consolidati, davvero importanti per il contesto locale: dal trasferimento delle detenute in una struttura esclusivamente dedicata a loro a una serie di buone pratiche a partire dal lavoro dei detenuti in carcere e nelle imprese del territorio, fino alla possibilità di fare cultura all’interno della struttura carceraria.
Lasciamo quindi un modello di carcere a tutto il Paese, che prosegue nel progetto binazionale Liber’Arte, avviato nel frattempo a Maputo (e a La Paz). Ha inoltre preso avvio un progetto sulla responsabilità sociale d’impresa –Responsabilidade- con sede a Nampula e come primo partner capofila l’Università Cattolica del Mozambico.
Il Mozambico è un Paese in profonda trasformazione. I 2/3 del bilancio dello Stato è finanziato dell’esterno, con il rischio di far diventare il Paese un artefatto dell’industria dello sviluppo invece che un territorio dotato di una propria sovranità. Infine un dato che conferma quanto appena detto: il Rapporto sullo Sviluppo Umano (ISU) del 2013, compilato dall' Organizzazione delle Nazioni Unite, pone il Mozambico al terzultimo posto su una lista di 186 Paesi.

Guarda il video qui sotto:



venerdì 24 gennaio 2014

Un altro Caribe. Arte e impegno solidale per Haiti

La musica ci diverte, ci distrae dalle preoccupazioni quotidiane, ci infonde forza e speranza. Ed è forza e speranza anche in Centroamerica, ad Haiti, soprattutto ad Haiti, Paese martoriato dal giorno della sua nascita ad oggi, ininterrottamente, da ogni tipo di calamità, umana e naturale. Per questo, è stata scelta proprio la musica quale codice comunicativo, in assoluto più “globale”, per aiutare noi tutti a riflettere e a migliorare la nostra visione e il nostro ruolo sociale nel mondo.
Sabato 8 febbraio, dalle 20, al circolo Il Vecchio Mulino nel cuore del centro storico di Sassari (via Frigaglia 5), in collaborazione con l’Ong.ProgettoMondo Mlal, da quasi 50 anni protagonista della cooperazione allo sviluppo italiana in America Latina, il gruppo musicale Radioclave e il Circolo enogastronomico e culturale Il Vecchio Mulino racconteranno Haiti, la sua ricchezza e le sue problematiche, attraverso un connubio di musica, immagini, cucina caraibica e impegno solidale.
Le note dei Radioclave trasporteranno il pubblico nella mistica e briosa atmosfera caraibica, mentre le immagini del videodocumentario “Haiti nella Terra” (fresco vincitore di due premi alla VIa edizione dell’EcoFestiValPesio) accompagnate dalla diretta testimonianza di cooperanti ProgettoMondo Mlal ci aiuteranno a conoscere meglio questo piccolo Paese immerso nel mare dei Caraibi ma così distante dalle immagini da cartolina e ne metteranno in luce la situazione attuale che, a 4 anni dal terremoto, rimane ancora drammatica e, mai come oggi, il Paese avrebbe bisogno dell’aiuto concreto di tutti.
La serata propone infine un ricco buffet di assaggi caraibici. Ai partecipanti è richiesto un contributo di 20 euro. Il ricavato, escluso un rimborso per le spese vive organizzative, sarà devoluto ai progetti ad Haiti.

Haiti ha poco meno di 9 milioni di abitanti e rappresenta il Paese più povero dell’America Latina. Il grave terremoto del gennaio 2010, che ha provocato la morte di oltre 230 mila persone, ha scosso la sensibilità di tutti, in tutto il mondo portando alla ribalta delle cronache una realtà sconosciuta ai più, spesso confusa per una meta paradisiaca di vacanzieri facoltosi.
All’indomani del terremoto, si è così prontamente innescata la solidarietà e la partecipazione di Stati, Società Civile e semplici cittadini che hanno consentito di raccogliere ingenti somme di denaro e di donare un nuovo anelito di speranza per una ricostruzione profonda e integrale del Paese.
Si è detto che nulla sarebbe stato come prima. Ma oggi, a distanza di 4 anni, a che punto si trova la rinascita di Haiti? Cosa è cambiato dal quel tragico 12 gennaio 2010? Che ruolo ha giocato la Comunità Internazionale sino ad adesso?
La serata Un altro Caribe ci aiuterà a rispondere insieme a queste domande.
Per info e prenotazioni: 079.4920324 – 339 3407008

Guarda il video Haiti nella Terra



Chi sono i Radioclave?
La musica può essere rivoluzionaria? Leggendo una biografia su Gilberto Gil: Gil e un gruppo di giovanissimi musicisti brasiliani, alla fine dei ’60, oltre a inventare il tropicalismo, guidavano in piazza le manifestazioni contro il regime. Per questo hanno sofferto l’esilio, ma sono stati più forti e ora sono voci e volti che portano nel mondo note di amore e di libertà. Gil ha avvicinato Marley, gli ha dedicato un album e ne ha seguito il percorso. Chi più di Marley incarna il mito del profeta in musica di queste note di amore e libertà? Il reggae possiede mani carezzevoli e artigli aguzzi, affratella ma sa anche svegliare coscienze e denunciare ingiustizie. E che dire di Cuba? Essere giovani e non aver paura di nulla guida la coscienza/incoscienza di musicisti ribelli a Cuba: testi diretti contro i militarismi, nessuno sconto alla rivoluzione castrista, tanto amore per l’isola ed il popolo cubano, ma si guarda avanti. Dal son al funky. Teste pensanti, cuori pulsanti e tanta, tantissima libertà, questa è la rivoluzione della musica afro-latina. Cosi, nell’estate 2010, nasce RADIOCLAVE, un combo a cui partecipano musicisti appartenenti a generazioni fra loro lontane e provenienti da esperienze musicali alquanto diverse. RADIOCLAVE è un progetto musicale nato con l’idea di percorrere le rotte tracciate dalle percussioni afro-latine in un ipotetico viaggio sonoro nel mondo della musica dei nostri tempi. Lo spettacolo proposto, risente di influenze afro, infezioni cubane, febbri brasiliane e contaminazioni caraibiche. Tutto all’insegna dell’unione fra qualità e divertimento, in pieno afro-funk style, eseguito da un ensemble elettro-acustico che proviene da esperienze di musica cubana, reggae, jazz, rock-blues e etno-folk in diverse formazioni sarde. Un viaggio che non vuole essere solo musicale, ma anche di condivisione di temi globali di pace, libertà, solidarietà, giustizia sociale e vicinanza fra i popoli.
I musicisti che compongono RADIOCLAVE sono: Antonello Franca (voce), Valentina Casu (voce), Sebastiano Pacifico (congas), Jacopo Careddu (batteria), Alessandro Zizi (fisarmonica, organetto, voce), Francesco Ciuti (basso), Giuseppe Sassu (chitarra elettrica).

Cos’è ProgettoMondo Mlal?
ProgettoMondo Mlal, costituito nel 1966 con sede a Verona, è un'Organizzazione non governativa (Ong) di cooperazione internazionale che promuove Programmi di Sviluppo con l’invio di cooperanti in America latina e Africa e il sostegno dei gruppi di volontari sul territorio italiano. Presente da oltre 10 anni ad Haiti, attualmente ProgettoMondo Mlal sta realizzando 3 progetti:
Scuole per la Rinascita di Haiti: si propone la ricostruzione di 4 scuole distrutte dal terremoto del 2010, l'applicazione di nuovi programmi psico-pedagogici e la messa in atto di piani di gestione e prevenzione dei rischi, in un'area ad altissima vulnerabilità climatica e sismica.
Haiti Verde: intende costruire opportunità concrete di formazione e impiego per le donne madri di famiglia vittime del terremoto del 2010 e promuove attività di orticoltura famigliare e scolastica nella stessa area epicentro del sisma.
Nuove Energie: per fornire opportunità di accesso a fonti di energia alternative, per garantire che siano sostenibili ed ecocompatibili per l’uso domestico e per sostenere lo sviluppo del settore agricolo incrementando la qualità di vita delle famiglie rurali e contrastando il disboscamento selvaggio che contribuisce non poco ad aggravare le conseguenze dei cataclismi naturali..

In Italia, ProgettoMondo Mlal promuove l'incontro e lo scambio fra culture differenti. Con attività di informazione, educazione alla pace e allo sviluppo, incontri, seminari, campagne di solidarietà e campi scuola, per coinvolgere società civile, associazioni e il mondo della scuola.
Dal 2010 si è costituito a Sassari il gruppo ProgettoMondo Mlal Sardegna, che intende promuovere i valori che ispirano l’azione della ONG, attraverso iniziative di educazione allo Sviluppo in tutta la Sardegna. A maggio 2010, si sono realizzate a Sassari due giornate di studio su Haiti, rivolte, in particolare, ai giovani in età scolare e con la presenza di Suzy Castor, nota intellettuale haitiana che vive e lavora a Port au Prince .

martedì 21 gennaio 2014

ProgettoMondo Mlal raddoppia in nome della solidarietà. Nascono Fondazione e Onlus

ProgettoMondo Mlal raddoppia in nome della solidarietà.
Sabato 25 gennaio
sarà “battezzata” la nuova Fondazione ProgettoMondo e dato nuovo impulso alla Onlus Mlal.
Nel pomeriggio, al Tempio Votivo Cuore Immacolato di Maria di piazzale XXV aprile, dalle 14.30-17.30, incontro aperto alla cittadinanza.

La crisi finanziaria ed economica preoccupa tutti, ma volontariato e Terzo settore ne sono doppiamente coinvolti: perché a fronte di un drastico calo dei fondi a disposizione crescono a dismisura nella società i bisogni e le richieste di servizi.
Benché il Terzo Settore Italiano risulti a tutt’oggi un pilastro dell'economia e della società, con più di 300.000 organizzazioni, 1 milione di occupati, 4,8 milioni di volontari e il 4,5% del Pil di entrate, mai come oggi dimostra di non essere sufficientemente attrezzato dal punto di vista culturale, finanziario, strategico e professionale, e capace quindi di rapportarsi incisivamente con gli altri interlocutori (aziende, banche, media, istituzioni, chiese, grandi fondazioni).
“Il cambiamento profondo di cui l'Italia ha bisogno –dice Mario Lonardi presidente di ProgettoMondo Mlal- nessuno può garantirlo da solo. Né le istituzioni, né i partiti, né le organizzazioni sociali possono essere autosufficienti. Ma tutti questi attori possono e devono fare, nel reciproco rispetto dei loro diversi ruoli, la propria parte in uno sforzo collettivo”.
Dunque, alla soglia del suo cinquantesimo compleanno ProgettoMondo Mlal cambia e raddoppia. Ciò che, da fine anni Sessanta, è stato il primo movimento di missionari laici impegnati in America Latina (l’allora M.L.A.L.) al fianco di diseredati e oppressi, e che da allora, grazie all’alleanza con le nostre istituzioni, ha continuato ininterrottamente a costruire progetti di sviluppo per i Paesi più trascurati dai grandi organismi di aiuto internazionale, scommette oggi sull’innovazione e costituisce insieme ad altre organizzazioni non governative del nord e centro Italia la Fondazione ProgettoMondo.
Ciò nonostante non rinuncerà al suo cuore, anzi. L’ex movimento di volontari internazionali, protagonista per 4 decenni di un impegno incondizionato e coraggioso, resterà presidio sul territorio sotto forma di associazione di solidarietà, MLAL Onlus, socio fondatore della Fondazione, custode e motore del patrimonio di esperienze e relazioni accumulato fino ad oggi, ponte tra popoli e culture.
Così, sabato 25 gennaio, i soci di ProgettoMondo Mlal torneranno a riunirsi per l’ultima volta. Nel corso della mattina, sarà infatti “battezzata” la nuova Fondazione ProgettoMondo e dato nuovo impulso alla Onlus Mlal con l’apertura di nuove iscrizioni e un proprio statuto.
Nel pomeriggio, invece (14.30-17.30, Tempio Votivo Cuore Immacolato di Maria di piazzale XXV aprile), con un incontro al quale è invitata la cittadinanza, verranno tracciate le prossime sfide della cooperazione internazionale alla luce delle nuove esigenze di partecipazione e di cittadinanza (relatore prof Giangi Schibotto, università di Bogotà, Colombia) e dei modelli di sviluppo in atto in America latina (relatore Mario Mancini, Perù), sempre in relazione alla battaglia in difesa dei diritti umani che ancora oggi ci impegna come cittadini del mondo in più continenti (Viera Schioppetto, Marocco). Sarà Mario Lonardi, primo presidente della nuova Fondazione a dare le coordinate di questo nuovo impegno internazionale che, attraverso la Fondazione ProgettoMondo, ancora una volta, nasce nella capitale della solidarietà, Verona.
“Il no profit –dice Mario Lonardi già presidente di ProgettoMondo Mlal per 5 anni- non può più giocare da solo. La nostra società ha bisogno di ampie aggregazioni, reti aperte e pronte, network tra enti no profit e profit. Il mondo non profit rimane indispensabile per gestire le aree del Welfare che l'intervento pubblico lascia scoperte, per dare risposta a tutte le istanze provenienti dalla società. Ecco perché ProgettoMondo si rimette in gioco dopo quasi 50 anni di instancabile e riconosciuto impegno. Avrà naturalmente bisogno di tutte le realtà presenti nella nostra società alle quali a sua volta è in grado di offrire concrete opportunità per partecipare e cooperare a livello internazionale.

Aggiungiamo un posto a tavola! Il 26 gennaio al PalaOlimpia di Verona

Aggiungiamo un posto a tavola!
26 gennaio, ore 17 

ProgettoMondo Mlal al PalaOlimpia di Verona
per sostenere le mamme del Burkina Faso


500 gr di riso vialone nano, offerto dall’Azienda Agricola LaPila (Verona), confezionato in coloratissime stoffe africane, per sostenere circa 50mila madri e i loro piccoli con un piatto sano e nutriente al giorno e garantire il diritto al cibo in Africa, laddove fame e malnutrizione colpiscono ancora milioni di persone.

Questa è la ricetta di ProgettoMondo Mlal che con la campagna “Io non mangio da solo” accompagnerà le mamme e future mamme della regione di Cascades del Burkina Faso nella crescita dei loro figli, perché possano disporre di strumenti e conoscenze utili per nutrirsi e nutrirli con alimenti sani ed equilibrati.

Per aiutarci in questo progetto, l’Ong veronese vi accoglierà con i suoi sacchettini di riso all’ingresso del PalaOlimpia il 26 gennaio, a partire dalle ore 17, in occasione della partita di volley Calzedonia Verona - Altotevere Città di Castello. Con una piccola offerta non solo porterete nelle vostre case un sacchettino di ottimo riso, ma regalerete un posto a tavola a un bambino e alla sua mamma, l’intero ricavato infatti andrà a finanziare il programma “Mamma!”, in Burkina Faso.

Non mangiamo da soli,
sentiamoci tutti un po’ più MAMME!

Per saperne di più, consultate il nostro sito www.progettomondomlal.org, telefonate allo 045 8102105, o scrivete all’Ufficio Solidarietà: sostegno@mlal.org.

giovedì 16 gennaio 2014

Haiti 4 anni dopo

Port–au-Prince. Il nostro immaginario occidentale, abituato alle commerazioni di tragedie epocali riprese, trasmesse e immortalate da tutti i mezzi multimediali, ci si sarebbe aspettato che alle 16.53 di domenica 12 gennaio lo scorrere del tempo ad Haiti si concedesse una tregua. Ci si sarebbe aspettati di trattenere nella memoria un’immagine statica e muta di una città dinamica e chiassosa come Port-au-Prince. Ci si sarebbe aspettati che riecheggiasse nell’aria il tempo scandito dal suono di una coralità di campane o che si levasse l’urlo delle sirene delle navi del porto, che il cimitero si riempisse di visitatori e che nelle strade si riversasse una marea umana che potesse mettere in evidenza una grande, triste assenza.
Alle 16.53 un lungo suono di sirene a Champs de Mars, boulevard centrale dove aveva luogo la cerimonia ufficiale presieduta dal presidente Michel Martelly, risuonava in lontananza alla radio. Una celebrazione sotto tono per ricordare le 300.000 vittime del terremoto che ha fortemente scosso il cuore di Haiti quel fatidico giorno di gennaio nel 2010. Articoli sui giornali, messe celebrative, obbligo di trasmissioni sobrie alla radio, una breve offerta floreale al memoriale costruito a nord della capitale e una commemorazione ufficiale in pieno centro, hanno solo attutito e ridimensionato la vitalità del popolo haitiano in una soleggiata e ventilata domenica di metà gennaio. Il vestito buono è uscito dall’armadio, come ogni domenica, per il tradizionale appuntamento mattutino della messa e non per la eccezionalità di un evento da presenziare.
Alle 16:53, nelle strade, le donne del mercato continuavano a trattare con le clienti ritardatarie del pomeriggio; gli autisti dei mototaxi, ragazzotti appena ventenni preoccupati per la scarsità di benzina che paralizza i trasporti in questi giorni, continuavano a discutere animatamente, a intrattenere clienti o a lanciare apprezzamenti alle fanciulle; un uomo di età indefinita, con la fronte madida di sudore, avanzava con il suo carretto, piegato sotto il peso della mole spropositata di legna accatastata sul trabiccolo a due ruote.
Pochi, in proporzione alla significatività della giornata, i visitatori del cimitero cittadino che si raccoglievano in segno di lutto davanti al piccolo mausoleo. All’entrata di un hotel della capitale, un concierge annoiato spezzava la monotonia del lavoro, domandandoci se potesse fare qualcosa per noi..
Non si può certo dire che in quest’occasione il dolore sia stato massificato e spettacolarizzato. È rimasto qualcosa di personale, condiviso in un ricordo a pranzo con la famiglia, in un saluto al cimitero, o esorcizzato in un energetico canto nella messa mattutina.
In occasione della ricorrenza, dalla società civile sono state espresse molte critiche al governo di Martelly, accusato di non aver improntato una ricostruzione nel segno dei diritti umani, di aver avuto una mancanza di visione per il futuro del Paese, di non aver saputo sfruttare a beneficio di tutti l’opportunità dell’ingente somma di denaro arrivata dall’aiuto internazionale, e di avere infine favorito ditte straniere nelle grandi opere.
Le critiche non sono state risparmiate nemmeno alle organizzazioni di aiuto umanitario, che progressivamente stanno lasciando il Paese, nonostante più voci indichino che i lavori di ricostruzione siano solo “appena cominciati”. Secondo i quotidiani locali che riportano fonti della Rete Nazionale di Difesa dei Diritti Umani (RNDHH), dopo 4 anni più di 170.000 persone vivrebbero ancora in alloggi provvisori e di fortuna.

Valentina Policarpi
ProgettoMondo Mlal Haiti

martedì 14 gennaio 2014

Laboratorio di cittadinanza europea a Verona

Per due giorni Verona diventa il laboratorio europeo della “Educazione alla cittadinanza mondiale”.
Giovedì 16 e venerdì 17 gennaio, infatti, si svolgerà nella città scaligera, precisamente nella sala conferenze dell’hotel San Marco, il primo meeting internazionale di lavoro del progetto “Eduglocal”, guidato da ProgettoMondo Mlal.
Il progetto è stato approvato e finanziato dall’Unione Europea, nell’ambito del programma LLP-Comenius, dopo una selezione durissima che ha visti approvate 34 idee progettuali sulle 274 presentate da organizzazioni di tutto il continente. Accanto a “ProgettoMondo Mlal” lavorano il Consorzio italiano degli Istituti Professionali, la Provincia spagnola di Avila, il provveditorato agli studi del Nord Egeo in rappresentanza della Grecia, la sezione nazionale rumena di “Save the Children” e il centro svedese di formazione degli insegnanti “Elderberry”.
Sono due gli obiettivi concreti di “Eduglocal”. Il primo è elaborare un manuale digitale che aiuti gli studenti e i loro insegnanti a navigare nell’arcipelago delle “sfide globali”: pace, diritti umani, ambiente, immigrazione, economia sostenibile, consumo responsabile. Non il classico “libro di testo”, perciò, ma uno strumento didattico costituito da materiali video, casi di studio, giochi, esercizi di “problem solving”, per aiutare i ragazzi, non solo ad acquisire nuove conoscenze, ma soprattutto a diventare cittadini attivi e responsabili, nella comunità locale come nel “villaggio globale”.
Il secondo obiettivo sarà studiare e diffondere, in tutta Europa, le buone pratiche di collaborazione tra scuole e associazioni della società civile, centrate sui temi della giustizia sociale e della tutela dell’ambiente: collaborazioni che, anche in questo caso, possono guardare “vicino e lontano”, sia alla situazione specifica di una comunità locale che all’ampio orizzonte della cooperazione internazionale, soprattutto con i paesi più poveri del Pianeta.
Il meeting di Verona si aprirà proprio con la presentazione, da parte di ProgettoMondo Mlal, di uno studio su una ventina di buone pratiche selezionate dai Partner di “Eduglocal”.

Per informazioni: educazione@mlal.orgwww.progettomondomlal.org