venerdì 30 maggio 2014

Cercasi Project Manager

ProgettoMondo Mlal cerca un nuovo Finance Project Manager da inviare a Nampula, in Mozambico, a partire da luglio 2014 per una periodo di 14 mesi, all’interno del progetto “Responsabilidade” (Empresas Responsáveis: Análise do Dialógo social e Responsabilidade Social das Empresas Locais e Estrangeiras em Moçambique).
In collaborazione con il Rappresentante Paese e con il Capo Progetto locale, si occuperà del coordinamento progettuale e logistico in loco, della gestione dei rapporti con le imprese coinvolte e del coordinamento del personale locale e dei rapporti tra i partner internazionali; avrà inoltre il compito di monitorare la corretta contabilità del progetto, aggiornarne periodicamente il budget consuntivo e predisporre la rendicontazione agli enti finanziatori, controllando il corretto mantenimento e l’archiviazione dei documenti amministrativi del progetto.
I requisiti richiesti sono padronanza dei pacchetti office e dei programmi di contabilità, ottima padronanza del portoghese e buona dell’inglese, capacità di lavorare in team, oltre ad una spiccata abilità relazionale per rapporti istituzionali e interpersonali.
È richiesta inoltre una laurea, preferibilmente in discipline amministrative, gestionali o economiche e una buona capacità di redazione di relazioni progettuali.
Le esperienze pregresse nel settore della cooperazione e la conoscenza e la condivisione della missione e dell’identità dell’ONG costituiranno un titolo preferenziale.
Per partecipare alla selezione, inviare il proprio curriculum vitae aggiornato e lettera di motivazione (con autorizzazione al trattamento dei dati personali in base al D.Lgs 196/2003) indicando almeno una referenza con e-mail e telefono a selezione@mlal.org entro il 15 giugno 2014. Indicare nell’oggetto della candidatura “Finance Project Manager in Mozambico”.


Scarica qui la job description completa

Comunicazione ProgettoMondo

martedì 27 maggio 2014

Cercansi giovani creativi e interessati

Chiamare i giovani a rispondere alle sfide dello sviluppo sostenibile con iniziative concrete e pubbliche, costruite a partire dalla loro creatività e con modalità innovative. Questo è l'ambizioso obiettivo del progetto europeo “A possible world” di ProgettoMondo Mlal che già oggi coinvolge giovani dai 15 ai 24 anni di 4 città europee: Verona, Czestochowa, Osijek e Stoccarda.
Sono state perciò programmate due giornate di workshop, venerdì 30 maggio all’Arsenale di Verona e sabato 31 all’Auditorium di Villafranca, dalle 9 alle 14, durante le quali verranno raccolte le istanze dei ragazzi presenti e individuati i criteri utili a rendere più appetibili le proposte di volontariato nel territorio veronese.
Successivamente, con le associazioni interessate e i giovani che si saranno dimostrati più disponibili, si procederà a costruire, sulla base di questi criteri, alcune nuove offerte di impegno. Si tratta sicuramente una sfida per le stesse associazioni promotrici, ma è anche una occasione per rinnovare l’offerta attuale e renderla più efficace.
Dopo una prima fase di sensibilizzazione e di promozione, durante la quale è stato fatto conoscere il progetto e contattato centinaia di ragazzi, si è ora arrivati a una svolta cruciale per il successo dell'iniziativa: individuare nuove proposte di volontariato che siano appetibili per i giovani. Proposte diverse per durata, tipologia, quantità e qualità di impegno richiesto. Proposte che spazino su tutto l'arco dei temi riconducibili alla sostenibilità: ambiente, economia sostenibile, solidarietà sociale, cooperazione internazionale. Per fare questo si vogliono mettere a confronto le esigenze dei giovani con le opportunità offerte dal variegato mondo dell'associazionismo.
Il catalogo dei servizi offerti dalle associazioni a quei giovani che vogliono impegnarsi è già molto vario, ma non sempre le esigenze organizzative incontrano la disponibilità e i desideri dei ragazzi. Con “A possible world” si vogliono quindi costruire delle proposte di volontariato che, da una parte, soddisfino le aspettative dei giovani e dall'altra i bisogni delle associazioni.

info: apossibleworld@mlal.org – www.progettomondomlal.org

 

lunedì 26 maggio 2014

Scuola di Afro-business a Verona

Dopo il successo avuto nel 2013 si terrà anche quest’anno tra il 3 e il 10 agosto a Villa Buri (Verona) la seconda edizione dell’African Summer School, con l'appoggio anche di ProgettoMondo Mlal.
La prima training school in business con un focus tutto africano, è rivolta a cinquanta giovani ed è caratterizzata da una didattica interculturale, dove i partecipanti, oltre a seguire le lezioni, potranno alloggiare e mangiare nella struttura, trascorrendo momenti di convivialità e favorendo l’interscambio culturale.
Sarà possibile iscriversi fino al 13 giugno, compilando il modulo d'iscrizione e firmando il regolamento e inviandoli a info@africansummerschool.org. Ai candidati che saranno selezionati, sarà richiesta una quota di partecipazione di 280 euro, se si intende pernottare a Villa Buri, di 210 euro in caso contrario. Sono previste, inoltre, borse di studio parziali per i candidati posizionati ai primi tre posti della graduatoria.
I temi principali del percorso formativo saranno due: “Storia Generale dell’Africa” e “Afro Business”, condotti rispettivamente dal professor José Do-Nascimento e dall’imprenditore Mawuna Koutonin. Il primo, storico e politologo, è direttore dell’Associazione di Ricerca sulle Prospettive della Modernità in Africa; il secondo, blogger molto influente sul continente africano, è anche fondatore del sito di play marketing, goodbuzz.net.
Uno degli intenti del percorso formativo, che beneficerà anche della presenza di docenti italiani, è favorire una nuova concezione del continente africano in Italia tramite la valorizzazione del sapere prodotto dagli intellettuali africani, esaminando la “Questione Africana” con attenzione al punto di vista degli africani stessi, fattore poco presente nel quadro composto dai nostri mass media che spesso trasmettono invece una visione sfalsata dell’Africa, caratterizzata da stereotipi che non tengono conto della voce di chi in prima persona vive quei contesti politico-economici e socio-culturali.
Concluso il corso avrà luogo la successiva fase di tre mesi in cui i partecipanti dovranno stendere degli elaborati finali in forma di tesine umanistiche o business-plan, che saranno poi valutati e selezionati nell’ambito del concorso interno “Business Incubator 4 Africa”, che mira a premiare le migliori idee imprenditoriali e ad accompagnare la loro realizzazione.
Usando le parole del dott. Fortuna Ekutsu Mambulu, direttore della 2° edizione dell’African Summer School: "Con African Summer School, la nostra associazione (Africafriends, n.d.a.) intende istituire un percorso formativo atto a trasferire ai giovani italiani e stranieri delle competenze interculturali e imprenditoriali in grado di assicurare loro un’agevole navigazione nei mercati africani. In sostanza, ci prefiggiamo di essere una regia e un ponte capace di accompagnare in Africa il know-how e il lavoro italiano".

Per info:
Iscrizione
Brochure
Manifesto
Tel : 3462282254 (dott. Fortuna Ekutsu Mambulu)

Comunicazione ProgettoMondo


martedì 20 maggio 2014

Notte Verde a Rovereto

Alimentazione e diritto al cibo saranno i temi della quarta edizione della Notte Verde di Rovereto (sabato 31 maggio, 17-23). E Mlal Trentino onlus, che attraverso la propria Fondazione ProgettoMondo è impegnata da quasi 50 anni sugli stessi temi anche nei Paesi in via di sviluppo di America Latina e Africa, parteciperà alla manifestazione con due proposte di approfondimento e partecipazione multimediale. Questa nuova iniziativa di sensibilizzazione di Mlal Trentino onlus rientra nel più ampio progetto “Conto Anch'io” con cui, grazie alla collaborazione con il Liceo Antonio Rosmini e l'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, e al contributo della Provincia Autonoma di Trento e del Comune di Rovereto, da mesi lavora sul territorio trentino rivolgendosi al mondo della scuola e agli educatori.
In particolare gli stand di Mlal Trentino onlus approfondiranno nelle proprie installazioni multimediali e altro materiale espositivo i temi della “sovranità alimentare” e dello “sviluppo sostenibile”, offrendo perciò, alla luce della propria esperienza nella cooperazione internazionale, uno spaccato sulle realtà che risultano più svantaggiate dalle attuali politiche economiche globali, come sono appunto quelle a sud del pianeta, mettendole anche visivamente a confronto con quelle in cui viviamo noi, affinché sia chiaro a tutti quanto la stretta interdipendenza tra paesi e continenti debba essere la chiave di lettura di ogni nuovo fenomeno socio-politico che coinvolge le popolazioni lontane da noi.
Nello specifico la mostra didattica “Mangiare Bene Mangiare Tutti” pone visivamente a confronto la situazione nel nord e nel sud del pianeta sul diritto al cibo, mentre l’installazione “A possible world” permetterà a tutti i visitatori di misurare la sostenibilità ambientale del proprio stile di vita e di registrare dei messaggi video personali su un “nostro” mondo possibile.

info: mlaltrentino@mlal.org
Informazioni
 

lunedì 19 maggio 2014

Turismo, opportunità e ricchezza

Un pubblico numeroso e interessato ha partecipato sabato 17 maggio all’incontro organizzato dal Mlal Piacenza e dal Progetto Policoro: “Dalle Ande all’Appennino. Il turismo comunitario come opportunità di sviluppo per il nostro territorio”.
Un incontro che ha presentato l’idea di un turismo diverso, lontano da canoni tradizionali di accoglienza quantitativa, per promuovere invece un’idea di turismo che promuove l’incontro, la riscoperta e la valorizzazione culturale del luogo visitato, l’impatto economico positivo a favore delle comunità. E si è partiti dalle impervie alture andine, dove il turismo comunitario offre ottimi risultati sotto il profilo sociale ed economico, per approdare alle montagne di Piacenza, gioielli grezzi di immenso valore, poco incentivati, in declino demografico e di risorse.
L’idea di proporre in città questo incontro è nata dai giovani che animano il gruppo Mlal Piacenza che, dopo aver visitato nel 2012 i progetti di ProgettoMondo Mlal in Bolivia, hanno continuato il loro impegno all’interno dell’associazione e soprattutto hanno continuato una riflessione che ieri si è tradotta in questo interessante tavolo di confronto con Istituzioni, cooperative e la nostra ong. La domanda da cui si è partiti, tipica di un mondo al rovescio: “Nelle montagne piacentine, il turismo comunitario come quello del modello boliviano può essere un sentiero da percorrere per rivalutare il nostro territorio?”.
Padrone di casa Danila Pancotti, Mlal Picenza e Federica Lugani, animatrice del Progetto Policoro, hanno aperto la riflessione avviata da Gianni Cappellotto, referente per il turismo di ProgettoMondo Mlal, che ha delineato lo sviluppo turistico a livello internazionale, e in Italia, e il ruolo delle ong su questo tema.
Alberto Rossi del Mlal Piacenza, a partire dalle bellissime immagini scattate durante il viaggio in Bolivia, ha fatto emergere l’analogia tra comunità boliviane e piacentine. “Entrambe soffrono problematiche economiche, umane e demografiche, si assiste ad una continua perdita di risorse, di ricchezza e di identità culturale, di fronte a ciò è necessario un riscatto”- ha sottolineato. Una possibile strada da seguire è stata delineata, molto concretamente, dall’intensa testimonianza di Renato Farina, membro della Cooperativa “I Briganti di Cerreto”, il quale ha spiegato come un’idea di turismo di comunità possa essere realizzata, con fatica e difficoltà, specialmente burocratiche, non in Bolivia o Mozambico, ma nell’Appennino di Reggio Emilia, con risultati semplicemente strepitosi. Renato ha presentato dati oggettivi, che lasciavano poco all’immaginazione: fare un turismo rispettoso della cultura locale, realizzato dalla comunità locale e dalle maestranze autoctone porta benefici in termini di riscoperta identitaria, distribuzione di risorse economiche per il bene del territorio e scoperta di tradizioni storico-architettoniche centenarie, prima in decadenza. E i visitatori apprezzano la semplicità di una notte sotto le stelle o di una cantata in un essiccatoio rivitalizzato, senza pretendere chissà quali confort o servizi.
Utopia? Caso isolato? No, I gentili ‘ Briganti’, nell’incontro di ieri, hanno dimostrato che volontà e determinazione, affiancate da valori e principi, possono ricostruire un paese in rovina (quanti ce ne sono nella Provincia di Piacenza!) e farne un centro turistico di eccellenza europeo, con criteri di sostenibilità, semplicità e attaccamento alla propria terra.
La conclusione dell’incontro è stata affidata a Massimo Castelli, presidente dell’Unione Val Trebbia-Val Luretta, che ha spronato le istituzioni a credere in questa progettualità, con prospettive concrete anche per i giovani e per il bene dell’appennino piacentino.
Doverosi i ringraziamenti, che hanno reso possibile questo risultato. “Confcooperative, Unione Commercianti e il fondamentale appoggio della Caritas diocesana, nonché le istituzioni provinciali e comunali, in primis l’Assessore alle Politiche Giovanili Giulia Piroli e i suoi collaboratori, Michela Riboni e Giuseppe Magistrali”.
Quale modo migliore di festeggiare i 10 anni del Mlal Piacenza, che con tenacia continua il suo impegno a fianco dell’ong veronese e ha scelto di dare spazio e voce proprio ai giovani, che, grazie al loro impegno e al loro entusiasmo, hanno voluto portare nella loro città il grande valore che hanno scoperto grazie al viaggio in Bolivia. Largo ai giovani, si direbbe, ma, per chi ha partecipato all’incontro di sabato e ancora crede nel cambiamento, è stato davvero un bel esercizio di cittadinanza! Auguri Mlal Piacenza e auguri ragazzi per la strada che avete iniziato a tracciare!!

Marina Lovato
ProgettoMondo Mlal


giovedì 15 maggio 2014

Diritto al cibo e i 5 sensi

Attraverso l’ascolto e l’uso dei 5 sensi, i bambini trentini tra i 5 e gli 8 anni potranno conoscere una nuova amica, Melita, che dal lontano Guatemala insegnerà loro a fare i conti con il diritto al cibo, diritto universale di tutti ancora oggi non rispettato in molti Paesi del mondo.
L’iniziativa è dell’associazione MLAL Trentino onlus che, a fianco della Biblioteca civica Tartarotti di Rovereto, offrirà sabato 17 maggio (dalle 17.00 alle 18.30) nella sede di Corso Angelo Bettini 43, una lettura animata del fotoracconto “Un giorno con Melita” e un laboratorio ludico in cui i piccoli partecipanti potranno poi immediatamente mettere in pratica quanto imparato da Melita, e dunque piantare semi e piccole speranze per assicurare che davvero in un prossimo futuro tutti possano mangiare bene e a sufficienza.
Questo nuovo appuntamento promosso da MLAL Trentino onlus per i più piccoli fa parte di un più ampio progetto di educazione allo sviluppo, “Conto anch’io”, cofinanziato dalla Provincia Autonoma di Trento, che in questi mesi sta coinvolgendo tutto il mondo della scuola sui temi della sicurezza alimentare e della difesa dell’ambiente. Le prossime occasioni per tornare ad approfondire, in modo dinamico e divertente, gli stessi temi legati allo sviluppo, saranno la Festa del Riuso di Borgo Sacco la Notte Verde di Rovereto (31 maggio), appuntamenti in cui l’associazione MLAL Trentino onlus sarà presente con diversi stand e altre proposte didattiche.

La lettura animata di sabato 17 maggio a Rovereto, tutti possono partecipare, è però necessario prenotarsi (allo 0464.452500).

mercoledì 14 maggio 2014

Dal Piemonte: Cibo per tutti

Cibo giusto per tutti, finanza al servizio dell’uomo, relazioni di pace. Questi i tre temi della nuova campagna nazionale “Una sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro”, promossa a livello mondiale dalla Caritas internationalis e rilanciata in Italia dalla Focsiv, Federazione di Ong italiane a cui aderisce anche ProgettoMondo Mlal.
L’obiettivo degli organismi, associazioni, movimenti politici che aderiscono alla campagna è “alzare la voce” per sensibilizzare l’opinione pubblica, e i giovani in particolare, sul diritto a un’alimentazione adeguata: il cibo come l’aria e l’acqua è infatti riconosciuto come bene essenziale per la vita, diritto per tutti e per ciascuno. “E’ compito nostro”, come recita slogan della campagna, significa che per superare fame e povertà siamo chiamati noi per primi, come cristiani e come cittadini, a un esercizio di cittadinanza globale, attiva e responsabile”.
Il Piemonte, tra i primi territori ad attivarsi, apre la campagna con un seminario già domani 14 maggio alla Facoltà Teologica di Torino (ore 17-19) per presentare a cittadinanza e giornalisti i temi e gli strumenti a disposizione e rivolti a media e cittadinanza: un documento sul diritto al cibo, pensato ed elaborato a partire dai temi della “buona” finanza e della pace, un kit di formazione rivolto al mondo ecclesiale (per educatori), alla realtà imprenditoriale, a giovani, e scuola. Infine nel corso del seminario verrà presentata la piattaforma predisposta sul sito www.cibopertutti.it per raccogliere e diffondere esperienze, proposte e attività dando visibilità alle iniziative locali e nazionali.
Per l’associazione MLAL onlus parteciperà la presidente Ivana Borsotto con un contributo dal titolo “Cibo giusto per tutti”. Con lei Piera Gioda del CISV (“I temi e gli strumenti per l’animazione sul territorio”) e Stefano Mana, direttore di Caritas diocesana di Fossano con la relazione su “Costruiamo insieme la nostra campagna in Piemonte e Valle d’Aosta”. Modererà l’incontro il giornalista Rai Matteo Spicuglia.

Dieci candeline per Mlal Piacenza

Il gruppo Mlal Piacenza si appresta a spegnere 10 candeline! “Sembra ieri, eppure sono già passati dieci anni da quando si è costituito il Mlal Piacenza - spiega Danila Pancotti, cuore centrale del gruppo. Lo definisco un gruppo “mobile”, nel senso che negli anni è stato attraversato da tante persone, da generazioni diverse e che oggi conta su una quindicina di attivisti, alcuni molto giovani, che continuano il loro impegno nella nostra città dopo aver conosciuto ProgettoMondo Mlal grazie all’incontro con i nostri progetti.
Il Mlal è stato presente nel territorio fin dagli anni ’70, grazie ai volontari che partivano e che, al loro ritorno, erano le prime antenne nelle loro città.
A partire dalla fine del ’95, al ritorno dell’esperienza di Danila in Brasile, le attività si fanno più strutturate con la promozione delle prime occasioni di scambio con i bambini di strada di Teresina e le loro attività circensi, con un gruppo teatrale del Nord Est del Brasile e, successivamente, con l’attività educativa “El Ventajo del Tiempo”, che, con l’obiettivo di affrontare il tema di anziani e giovani nel Nord e nel Sud del Mondo, insieme ad altre associazioni del territorio, ha restituito al Palazzo Gotico, cuore della città, il suo ruolo di spazio civico di cittadinanza.
“Nel 2004 è stato anche ufficialmente costituito proprio un gruppo Mlal Piacenza, quando al mio ritorno dall’Ecuador, insieme ad altre 4 persone, durante la Marcia della Pace che si era tenuta a Roma, abbiamo avuto questa idea”- spiega Danila Pancotti. ”Ricordo che i primi anni facevamo tantissimi mercatini e poi, piano piano, abbiamo iniziato a partecipare ai primi spazi di confronto della città: il Coordinamento “Piacenza Città di Pace” (poi Tavolo della Pace) e la Consulta del Comune.
In dieci anni di storia, il Mlal Piacenza si è impegnato nel proporre attività nelle scuole, scambi con testimoni e delegazioni, una presenza costante in tutti i tavoli di riflessione dedicati alla cooperazione internazionale e all’educazione alla cittadinanza, sia istituzionali, con il Comune e con la Provincia, che con il mondo dell’associazionismo, sia nel pregiato e storico appuntamento annuale con il Festival del Diritto. Un impegno, quest’ultimo, che ha portato a Piacenza e nei Comuni della Provincia, i temi e i protagonisti di cui ProgettoMondo Mlal si è sempre fatto portavoce: i diritti umani, il protagonismo dell’infanzia attraverso la voce dai bambini lavoratori, il turismo responsabile, i diritti dell’infanzia, il concetto di cittadinanza.
I giovani che oggi animano il gruppo provengono in gran parte dall’esperienza del progetto Kamlalaf, iniziativa promossa dal Comune con le associazioni locali, per dare l’opportunità ai ragazzi di visitare i progetti di cooperazione di diverse realtà impegnate a Piacenza. Un viaggio organizzato ogni anno che ha portato una ventina di giovani a conoscere i nostri progetti in Brasile, in Bolivia e in Guatemala, e che li ha avvicinati a ProgettoMondo Mlal, in alcuni casi stimolandoli anche a restare accanto alla nostra Ong per proseguire l’impegno nella loro città.
Ed è da qui che si è partiti, per festeggiare i 10 anni del gruppo Mlal Piacenza. Una storia che si intreccia con un’attualità in cui è parso naturale dare spazio alla visione dei giovani e al senso che loro danno alla partecipazione nel gruppo Mlal Piacenza.
Sabato 17 maggio si terrà a Piacenza (dalle 17,30 alle 19,30, presso l’Unione Provinciale Commercianti, Strada Bobbiese, 2), un incontro pubblico dedicato al turismo responsabile “Dagli Appennini alle Ande”, che parte proprio dall’esperienza di viaggio di qualche anno fa vissuto in Bolivia da un gruppo di giovani piacentini che hanno visitato il progetto di turismo comunitario “Bienvenidos”. “E’ un’iniziativa nata direttamente dai nostri giovani- spiega Danila- che hanno conosciuto il nostro modo di lavorare, l’impegno del partner locale TUSOCO e che, da qui, hanno avviato una riflessione parallela sulle nostre montagne che si stanno spopolando. È nata allora l’idea di avviare una riflessione in città per capire se, questa buona pratica avviata in Bolivia, non possa essere seme prezioso per rivalutare e creare nuove occasioni di sviluppo anche nel nostro territorio”. Un mondo che si ribalta, una visione che, come ProgettoMondo Mlal, abbiamo sempre voluto valorizzare: una buona pratica che nasce da un Sud spesso visto solo come vittima, e che invece sa impiantare grandi semi di speranza.
L’incontro pubblico, organizzato in collaborazione con il progetto Policoro, oltre all’intervento di Gianni Cappellotto, operatore di ProgettoMondo Mlal esperto di turismo responsabile, ospiterà la voce de “I Briganti del Cerreto”, bella esperienza italiana di avvio di un progetto di turismo comunitario negli Appennini emiliani, riconosciuto a livello europeo.
“Il traguardo raggiunto in questi 10 anni -conclude Danila Pancotti- credo sia stato quello di aver tenuto insieme le persone, con storie e percorsi diversi e averli accompagnati, a volte anche solo per un breve tratto, nel cammino di impegno di ProgettoMondo Mlal, e l’essere stata, ed esserlo ancora, portavoce con le Istituzioni delle lotte dell’organizzazione, di aver accresciuto queste relazioni, nel segno di un impegno civico che non è mai venuto a mancare”.
Tanti auguri allora al nostro Mlal Piacenza e appuntamento al 17 maggio per un brindisi insieme!!

Marina Lovato
Territori Mlal

martedì 13 maggio 2014

Al fianco di Esquivel

 «Un uomo che ha le sue radici in America Latina e che rappresenta, non solo simbolicamente, un continente giovane, vitale, che fu definito da Papa Paolo VI come il Continente della Speranza».
Così la neo-presidente Ivana Borsotto ha presentato all'assemblea dei soci Mlal il Premio Nobel per la Pace argentino, Adolfo Pérez Esquivel.  L'occasione di questo incontro ha permesso di tornare tutti, volontari ed ex-volontari, nel Paese che, continua Ivana, «ha rappresentato 50 anni fa per il Mlal l'inizio di un cammino straordinario nel quale abbiamo incontrato compagni e amici che ci hanno insegnato la solidarietà, la passione civile, il coraggio e la dignità.
Un posto che in quei tempi era il luogo dell'ingiustizia, della povertà, della violenza perpetrata dalle dittature, ma anche dell'educazione popolare, delle comunità di base, dei comitati dei quartiere, delle donne che si organizzavano, delle battaglie per avere l'acqua, la luce, la scuola, per essere riconosciuti come cittadini.
In quell'America Latina, Adolfo Pérez Esquivel ha testimoniato la sua fede nel carcere e tra le torture, ma le sue azioni hanno testimoniato anche la forza immensa della nonviolenza ispirata da una salda e profonda radice cristiana. Un uomo la cui voce è "una piccola voce tra coloro che non hanno voce", la cui voce "vuole avere la forza della voce degli umili"; che ha camminato "insieme al popolo e ai miei fratelli, i poveri, i perseguitati, gli affamati ed assetati di giustizia, che soffrono per colpa dell'oppressione, angosciati dalla vista della guerra, che sono oggetto di aggressioni e violenza o vedono rimandati i propri diritti fondamentali".
Ieri come oggi, Esquivel ci insegna che " per costruire una nuova società dobbiamo rimanere con le mani aperte, fraterne, senza odio e senza rancore, per ottenere la riconiciliazione e la pace, ma con molta risolutezza, senza scontri e in difesa di Verità e Giustizia. Perché so che nessuno può seminare con i pugni chiusi. Per seminare le mani devono essere aperte"
La sua testimonianza e il suo impegno non si sono mai fermati. E mi permetto di ricordare come le sue battaglie siano un esempio e un riferimento per il lavoro del Mlal: nella difesa dei diritti umani, che Esquivel interpreta come diritti sociali ed economici di fronte alla crisi economica, in difesa della dignità di bambini, anziani, donne, giovani che soffrono povertà ed esclusione sociale.
Così ProgettoMondo Mlal è impegnato nella lotta alla malnutrizione in Burkina, per la sovranità alimentare in Bolivia, a fianco delle organizzazioni di bambini lavoratori nell'area andina e per rendere più umane le carceri del Mozambico e in difesa dei diritti dei migranti in Marocco, in Perù o sulla frontiera tra Haiti e Domenicana.

Nella salvaguardia dell ambiente, dove denuncia la devastatrice attività estrattiva delle multinazionali minerarie straniere che spogliano i paesi dell'America Latina a costo zero, inquinando aria, ghiacciai e fonti d'acqua e incrinando delicati equilibri ambientali e contro cui ha proposto in Argentina la riforma della Ley de Minería che disciplina l'attività estrattiva, perché non c'è rispetto dei diritti umani se si saccheggiano le risorse dei popoli.Cosi come il ProgettoMondo Mlal si è impegnato per la salvaguardia della foresta amazzonica a fianco dei Mosetenes in Bolivia e degli indios Shipibo in Peru', per la difesa dei diritti sociali dei Mapuche in Cile e oggi per la riforestazione e la diffusione di energie alternative ad Haiti.
Nella promozione dell'educazione alla mondialità e della memoria: ogni anno Pérez Esquivel incontra migliaia di giovani per ricordare quello che sono state le dittature: "i giovani hanno il diritto di sapere cosa è successo nei loro Paesi in un passato non lontano", per alimentare il lungo e faticoso percorso della memoria, della giustizia, delle responsabilità.
Così il Mlal da sempre è impegnato nelle scuole e nelle comunità locali in cui sono presenti i nostri volontari con percorsi didattici di educazione alla cittadinanza mondiale, creando occasioni di interscambio tra nord e sud del mondo e siamo a fianco della Casa delle Gioventu' in Paraguay, dei giovani in Honduras o della Comision de la verdad in Perù per contribuire ai percorsi di riconciliazione e risarcimento delle comunità colpite dal conflitto armato degli anni 90.
L’edificazione della memoria e la sua alimentazione sono fondamentali se non decisivi per impedire che le tragedie del passato si ripropongano.
I percorsi di riconciliazione e di pace, infatti, cosi come quelli del lavoro e della lotta per la costruzione dei diritti umani, devono avvenire creando coscienza , creando sensibilità e cercando un equilibrio tra le esigenze della giustizia e quelle della pace.
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Comunicazione ProgettoMondo

Ascoltando Adolfo Pérez Esquivel

Ascoltando Adolfo Pérez Esquivel mi sono resa conto ancora una volta quanto sia importante che la solidarietà e la cooperazione internazionale abbiano questa ottica di scambio, di reciproco apprendimento e che, anzi senza questo sguardo la cooperazione non ha senso.
Ho preso atto di quanto il Mlal abbia imparato dall’America Latina, nel costruire il suo Progetto Mondo. Ad esempio nel sentire la terra come la nostra casa, la Pacha Mama, che ci avvolge come un mantello di protezione e amore.
Anch’io ho avuto grandi maestri, come ha detto Adolfo, i contadini del Brasile che vedevano la scuola solo da lontano e per qualche mese, che dicevano “la terra è come il Padre Nostro: ci da il pane di tutti i giorni; la terra deve riposare, la terra è di Dio, noi l’abbiamo in prestito”. Un pane che non solo sazia la fame di cibo, ma anche di relazioni, di senso della vita.
O gli indigeni del Guatemala, orgogliosi Maya, tanto impegnati nella difesa accorata della loro terra, fino al punto di affrontare la violenza e la morte per difenderla.
Forse mi colpisce ancora di più l’ottimismo e la speranza che scaturiscono dalle parole di Adolfo Perez Esquivel. Io, infatti, che mi sono trovata dentro un conflitto violento per la proprietà della terra, che ho conosciuto persone che sono state torturate, posso dire con lui che “è quando la notte è più oscura che comincia l’alba”, e che non bisogna mai abbandonare l’utopia e la speranza del cambiamento. Con determinazione e testardaggine, con la volontà di cambiare se stessi e il mondo. Con la capacità di ricominciare, con il coraggio di mettersi sempre in gioco, con la fiducia nelle persone, non con la diffidenza continua, ma ricorrendo alla critica sana e anche all’autocritica. Il cammino di liberazione non è solo una ricchezza che abbiamo ereditato dall’America Latina: è un cammino che esiste oggi se abbiamo la forza di scoprirlo, illuminati da quella luce dell’alba che ci ha condotti fuori dalle tenebre.
Termino con una frase di Victor Hugo, che ci dovrebbe accompagnare nel nostro personale e collettivo percorso di liberazione:
L’utopia di oggi è la realtà di domani. 

Emilia Ceolan
Mlal onlus

lunedì 12 maggio 2014

Da La Paz a Apolobamba

Finalmente, a un mese dal mio arrivo in Bolivia, lascio la caotica La Paz alla volta dell’altipiano di Apolobamba! Insieme a me ci sono Rosa, psicologa e antropologa e Jesús, zootecnico e, per l’occasione, autista. Noleggiamo un 4x4, carichiamo su tutto e partiamo, ma arrivati a El Alto foriamo. Anche se sono già le otto di sera troviamo un gommista aperto e ci restiamo per le due ore seguenti; alla fine non ci resta che usare la ruota di scorta perché l’altra non è recuperabile.
Quando finalmente possiamo ripartire, è notte e comincia a piovere. Lungo la strada ci sono diversi posti di blocco (ci troviamo nei pressi della frontiera Peruviana), dove ci domandano chi siamo, dove andiamo e perché e se siamo autorizzati. Dopo sei ore arriviamo alla cabaña a Ulla Ulla, dove riposiamo per un paio d’ore. Al risveglio capisco dove sono capitata: un paesaggio mozzafiato a 4.500 metri di altezza, dove a due passi da noi scorre un fiume su uno sfondo di montagne innevate. È soprattutto il silenzio che mi colpisce; non ci sono più abituata dopo un mese vissuto nella caotica capitale.
Abbandoniamo questo panorama e partiamo in direzione di Pelechuco, il municipio formato da quattro cantoni dove si svolge l’assemblea costituente per la stesura dello “statuto” dei governi autonomi municipali dell’Area Naturale di Apolobamba, grazie anche al sostegno del progetto Qutapiquiña. Nelle due ore di viaggio che mi separano dalla destinazione, l’attesa degli ultimi mesi è ripagata: vigogne, alpaca e lama pascolano libere fra montagne, fiumi e laghi tra i 4.000 e i 5.000 metri; è veramente uno spettacolo unico.
Arrivati a Pelechuco, è interessante seguire le dinamiche della stesura degli articoli e la discussione sulle problematiche di ciascun presente (c’è chi rappresenta un sindacato, chi un cantone, una chiesa o un movimento). Ad esempio, la maggioranza di loro, piuttosto seccati da chi non rispetta gli impegni presi, propone una punizione per gli assenti.
Al termine di questa assemblea veniamo invitate a un’altra, organizzata dalle Bartolina Sisa, un movimento femminista che prende il nome dall'omonima leader Aymara che lottò contro gli spagnoli nel XVIII secolo. Chi vi partecipa sono donne di tutte le età, ma anche alcuni uomini. Qui Rosa affronta il tema “Genere e autostima”, argomento che interessa molto le amiche boliviane e non a caso viene seguito con grande attenzione.
L’assemblea si conclude tardi, alle 22.00, e dobbiamo rientrare a La Paz. Il viaggio di ritorno sull’altopiano andino ce lo facciamo di notte, per fortuna senza intoppi questa volta.

Eleonora Falchetti
Progetto Qutapiquiña, La Paz
Casco Bianco ProgettoMondo Mlal

giovedì 8 maggio 2014

Guardare alle migrazioni per pensare l’Europa

Migrazioni e cooperazione, emancipazione sociale e democratica, innovazione economica, nuove relazioni di cooperazione con i paesi di origine e di transito dei migranti. È quanto chiedono FOCSIV, Fondazione Migrantes, Caritas Italiana, Centro Astalli di Roma e Fondazione Missio nella lettera aperta ai candidati europei su migrazioni e cooperazione resa pubblica in questi giorni (in allegato).
“La lettera, che chiediamo a quanti condividono di sottoscrivere attraverso Change, propone ai candidati alle elezioni europee impegni precisi in tema di migrazioni – spiega il Presidente Focsiv Gianfranco Cattai – per promuovere una nuova politica europea di accoglienza dei migranti fondata sul rispetto dei diritti umani, su una diffusa rete di servizi in sussidiarietà con le comunità locali, con azioni alternative ai centri e alla inumana detenzione amministrativa”.
L’appello a votare per una Europa aperta, coraggiosa, rivolta allo sviluppo umano integrale e al bene comune, dove i migranti costituiscono un valore aggiunto, e a sottoscrivere la lettera, è rivolto a tutti ma in particolare ai giovani che il 25 maggio eserciteranno per la prima volta il loro diritto di voto.
“La democrazia, infatti, è un bene prezioso di cui godiamo in Europa, ma a cui non siamo più abituati a dare il giusto peso e valore” aggiunge Cattai sottolineando l’importanza di andare a votare con coscienza e consapevolezza e ricordando come ancora oggi troppi fratelli e sorelle in tutto il mondo, dalla Siria all’Ucraina, per vedere riconosciuto questo diritto stanno immolando la propria vita.
Come ha affermato Papa Francesco nella sua visita privata al Centro Astalli di Roma (Jesuit Refugee Service/ Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati), “siamo profondamente convinti – conclude Cattai – citando il Papa, della necessità di mostrare che con l’accoglienza e la fraternità si può aprire una finestra sul futuro, più che una finestra, una porta, e più si può avere ancora un futuro!”.

lunedì 5 maggio 2014

La libertà di cambiare il mondo

Sabato 10 maggio, Accademia delle Scienze

Il Premio Nobel è uno strumento al servizio dei popoli. E quando l’ho accettato, è stato a nome dei popoli dell’America latina, dei religiosi, delle diverse denominazioni della Chiesa cattolica, dei protestanti, degli ebrei, delle comunità che sostengono la gente contadina, indigena. Ho appunto ricevuto il Premio raccogliendo il grido di tutti gli esclusi, dei poveri, degli emarginati, dei tanti bambini abbandonati, i cosiddetti “bambini di strada” con cui lavoriamo ogni giorno e delle bambine a cui cerchiamo di restituire la speranza!” Così Adolfo Maria Pérez Esquivel, pacifista argentino protagonista della lotta alla dittatura militare negli anni Settanta, aveva allora commentato il massimo riconoscimento ottenuto nel 1980 per il suo strenuo impegno in difesa dei diritti umani, il Premio Nobel per la Pace.
Adolfo Maria Pérez Esquivel ha oggi 83 anni ma non per questo ha diminuito il proprio impegno. Continua a girare il mondo portando la propria testimonianza personale e il suo messaggio: “Il sistema in cui viviamo ancora oggi –dice infatti– fondamentalmente esclude due terzi dell’umanità. La fame uccide più della guerra ed è una bomba silenziosa. Come anche la povertà, in un mondo che ha molta ricchezza non equamente distribuita. C’è un’ambizione per il potere e per la ricchezza –sostiene Esquivel– che non corrisponde al mandato di Dio”. E quindi conclude: “In questi anni è stata globalizzata la dominazione, ma non è stata globalizzata la solidarietà”.
Il pacifista argentino è già stato a Verona negli anni successivi alla sua premiazione e ci tornerà sabato 10 maggio, ospite dell’Associazione Mlal Onlus (Accademia dell’Agricoltura, via Leoncino, ore 15.00) che, nella stessa giornata celebra la propria assemblea soci annuale. L’incontro con Esquivel è aperto a tutta la cittadinanza, ai singoli e alle realtà che, in quanto istituzione o espressione di un impegno civile, ancora credono nell’affermazione dei diritti umani. Come lo sono la libertà e la possibilità di partecipare in prima persona alla costruzione del nostro presente e del nostro futuro: “La globalizzazione ci sta portando al pensiero unico –dice sempre il pacifista Esquivel– Si tratta di un pensiero unico che ci impone una cultura consumistica e svuotata di contenuti. Una dominazione culturale e una dominazione economica nelle quali non c’è posto per due terzi della popolazione mondiale. Dio ha dato a tutti noi qualcosa di importantissimo, che è la libertà. Senza la libertà e un pensiero proprio, noi non abbiamo spazio per partecipare, né la capacità di amare e di costruire”.
Da questo assunto, valido 34 anni fa come a tutt’oggi, l’anziano pacifista argentino muove il suo appello alla società civile di tutti i Paesi del mondo perché, cadute anche la maggior parte delle dittature più crudeli diffuse negli anni Settanta, non venga comunque abbassata la guardia e, anzi, ancora più convinti e forti, venga raccolta la sfida a sviluppare la cultura della solidarietà.
Il 10 maggio Esquivel verrà intervistato dal giornalista de L’Arena Gabriele Colleoni. Nel corso del dibattito successivo prenderanno la parola gli operatori dell’Associazione Mlal che da quasi 50 anni lavora in America latina e Africa in difesa dei diritti dei popoli: donne, lavoratori, contadini, bambini e tutte le altre categorie maggiormente a rischio, come i detenuti, i migranti, gli indigeni e i bambini di strada. Interverranno inoltre sul tema dei diritti, portando le rispettive esperienze e problematiche esistenti a livello locale, dunque anche sul territorio di Verona, i rappresentanti di realtà quali Migrantes, Amnesty Italia, Amministrazione comunale, Legambiente.
La testimonianza di un Premio Nobel per la Pace sarà, insomma, il più prezioso degli spunti per fare un po’ di conti anche a casa nostra.

Info: Mlal Onlus 0458102105 - ufficiostampa@mlal.org

Quinoa, tutta per gli altri

Una delle cose più piacevoli dell'arrivare in un nuovo Paese è scoprire poco a poco la sua cucina, i nomi dei suoi prodotti, nuovi saperi e nuove maniere di mangiare. In nessun posto mangiare è cosa banale: perché alimentarsi è diverso dal semplice nutrirsi, bisogna sempre costruire una relazione con il cibo, scoprire da dove viene e chi lo produce, imparare come si consuma, condividerlo con altre persone.
In Bolivia, poi, la questione alimentare è particolarmente complessa per svariate ragioni storiche, politiche ed economiche. In generale è un Paese che sta vivendo una transizione sociale importante e questo implica enormi conseguenze a livello alimentare.
La questione della quinoa, ad esempio, credo sia emblematica per descrivere questa realtà.
Particolarmente legata al mondo del “biologico” e del “dietetico”, la quinoa è diventata nel giro di una decina d'anni un prodotto popolare e sempre più disponibile sui nostri mercati.
L'anno appena trascorso era stato dichiarato dalla FAO l'anno internazionale della quinoa. A livello globale si sono quindi sprecati i discorsi sui benefici di questa pianta, uno pseudo-cereale perfettamente adattato al clima rigido e al suolo povero degli altipiani andini, base quindi dell'alimentazione della Bolivia pre-ispanica e prodotto con grande potenziale commerciale per l'attualità (La Bolivia ne è il secondo produttore mondiale dopo il Perù e ne rappresenta uno dei principali prodotti di esportazione).
Proprio per questo il governo Morales si è enormemente speso in questa iniziativa, in Bolivia si è fatto un gran parlare della quinoa come soluzione alla “sicurezza” e alla “sovranità alimentare” nazionale attraverso un modello di sviluppo agrario biologico e alternativo, e ugualmente ne è stata osannata la componente identitaria indigena.
Quello che però si osserva in Bolivia mostra, a mio avviso, una realtà totalmente differente: raramente ho infatti visto dei boliviani mangiare quinoa (se non in contesti molto specifici come il mercato biologico in cui lavoro). Questo probabilmente per due motivi: primo, il costo proibitivo per la maggior parte della popolazione (nel supermercato sotto casa un chilo di riso vale 9 pesos bolivianos mentre 300g di quinoa ne valgono 38); secondo, per la sua connotazione ancora negativa e legata a un passato di povertà e marginalizzazione (pensiamo alla nostra polenta, ora rivalutata in chiave tradizionale ma fino a qualche decina di anni fa visto come un cibo povero da sostituire con altri prodotti).
La quinoa si è quindi convertita, nel giro di qualche anno, da "comida de indio" a "comida de gringo"; da cibo dei più poveri e marginali, cioè, a cibo per stranieri: un prodotto “sano”, “dietetico”, “biologico”, “tradizionale” per l'esportazione, e di conseguenza molto caro.
Non è e non è mai stata un alimento popolare per i boliviani, che invece si riconoscono di più nella gastronomia coloniale, o che comunque puntano al modello alimentare occidentale nelle sue varie declinazioni.
Un altro aspetto interessante da sottolineare è quello del grande impatto ambientale e sociale che è conseguito a questa “moda” della quinoa. L'intensificazione agricola sta infatti rompendo il fragile equilibrio ecologico degli altipiani andini, si stanno poi accentuando le disparità tra produttori e comunità a seconda che riescano o meno a produrre un prodotto conforme all'esportazione.
Insomma la contraddizioni si sprecano nel contesto alimentare boliviano. Da una parte il discorso politico, scientifico, mediatico; dall'altro l'immaginario della gente, le convenienze commerciali ed economiche, le necessità produttive. Da un parte la potentissima e ricchissima agro-industria delle pianure tropicali, dall'altra la sussistenza di molte comunità rurali. Da una parte gli sprechi alimentari e la malnutrizione, dall'altra le sacche di denutrizione che rimangono in molte città e zone rurali. In mezzo c'è la realtà, complessa e sfaccettata, probabilmente indescrivibile se non a costo di approssimazioni e semplificazioni.
È chiara quindi la difficoltà dell'operare sul tema questione alimentare senza sbilanciarsi: bisogna rispondere solo alle volontà della popolazione locale? E come fare se questa va contro i criteri di sostenibilità e giustizia del sistema agro-alimentare? Come educare senza imporre un punto di vista? Come dialogare per costruire un'alternativa?
Anche il mondo della cooperazione si confronta a queste domande e sulle risposte a queste costruisce i propri obiettivi e progetti. Basandomi sull'esperienza che mi aspetta durante i prossimi mesi spero anch'io di potere andare oltre delle semplici riflessioni e potere dare qualche risposta in più.

Marco Goldin
Casco Bianco ProgettoMondo
Cochabamba, Bolivia

venerdì 2 maggio 2014

Un premio per Aristide e Rosalba

Aristide e Rosalba, cooperanti storici del Mlal in Ecuador e fondatori dell’attivissimo gruppo Mlal Brianza, riceveranno sabato 3 maggio dal Rotary Club Colli briantei il Signum Honoris Causa, riconoscimento assegnato a personalità del territorio che si siano distinte per comportamenti esemplari. La premiazione avverrà in occasione delle Giornate Rotariane di Arte e Cultura organizzate al Monastero della Misericordia, Missaglia (Lecco).
Entrambi insegnanti delle scuole superiori (Rosalba per le materie scientifiche, Aristide invece letterarie) hanno insieme costruito molto di più di una famiglia. Entrambi, infatti, fin da giovanissimi hanno dedicato tutto il proprio tempo utile agli altri. A partire dalle due esperienze fatte in Ecuador dalla fine degli anni Settanta, al fianco delle comunità indigene più fragili delle Ande, hanno contribuito allo sviluppo del Paese a livello sanitario ed educativo.
Dall’84 all’87 Aristide e Rosalba sono nella provincia di Pichincha a 3.000 metri con un progetto della Ong veronese Mlal. L’obiettivo è sostenere la crescita dell’intera comunità (poi duramente colpita nell’87 da un terremoto) con diversi interventi di assistenza sanitaria ed educativa. Un’ulteriore esperienza di volontariato all’estero, perciò, che li segnerà per sempre.
Al loro rientro in Italia, a Casatenovo, insieme ad altre realtà locali costituiscono un’associazione, L’Arco, per la prevenzione del disagio femminile per la quale lavorano entrambe, soprattutto nell’attività di doposcuola e animazione sociale di cui, Rosalba, diviene ben presto la coordinatrice. Nel frattempo l’instancabile Aristide si offre volontario anche in un’altra associazione, “Fabio Sassi” di Merate, per l’assistenza domiciliare ai malati oncologici.
Nel 1993, proprio a Casatenovo, nasce il gruppo Mlal Brianza a sostegno dei progetti che l’ong madre andava realizzando in molti Paesi di America latina e Africa e, parallelamente, promuovono una sensibilizzazione sui temi dello sviluppo e della solidarietà nelle scuole e nella ormai comune rete di associazioni. Dal 2007, supportati dalla figlia Sara, fanno nascere anche una biblioteca interculturale, L’Angologiro, per l’insegnamento della lingua italiana nelle nuove comunità di origine straniera e, in generale, per assicurare sostegno e assistenza alle famiglie che vivono a tutt’oggi situazioni di grave povertà.
Aristide Nannini insieme a sua figlia Sara ha poi recentemente scritto un libro, “Gli porterò un vasetto di miele”. In uno stile, apparentemente asciutto, quasi cronachistico, vengono espressi l’incertezza e la precarietà dell’essere umano. Sara, infatti, nata sanissima, per una disattenzione del personale paramedico, era stata subito infettata da un germe: a partire da questo fatto ha subito numerosi interventi, resi difficili e preoccupanti per la criticità della situazione. E il padre, autore del libro, se da una parte cerca di far tacere le sue emozioni e quelle della sua famiglia, dall’altra riconosce il sostegno morale offertogli da parenti e amici, e soprattutto l’aiuto proveniente da un’incrollabile fede in Dio.
Il Mlal deve molto a entrambi, come alla loro figlia Sara, per l’impegno assolutamente gratuito e indefesso che dedicano a ogni iniziativa che possa contribuire a offrire solidarietà e aiuto al prossimo.
Ogni anno, attraverso il gruppo Mlal Brianza, portano sul nostro territorio un diverso progetto di cooperazione allo sviluppo sviluppandone temi, problemi e risorse. Ospitano infatti testimoni dei progetti in cui lavoriamo in America latina e Africa facendoli incontrare con la popolazione e le istituzioni casatesi. Insieme sono garanti della parte di mission che più sta a cuore alla nostra associazione. Che è poi quella che, nelle parole del nostro ex presidente Enzo Melegari, punta soprattutto ad “abbattere muri e costruire ponti. Instancabilmente”. Al nord come al sud del mondo.

Info Mlal Brianza

Lucia Filippi
Comunicazione ProgettoMondo